venerdì 28 luglio 2017

PARTIRIPARTI - ISOLA DI MAN





Avrete sicuramente sentito parlare della piccola Isola di Man situata tra l’Inghilterra e l’Irlanda, una piccola isoletta a statuto speciale dove possiamo ancora oggi assaporare in modo intenso la cultura celtica, dove gli abitanti hanno una lingua che solo loro possiedono e una moneta propria. Visitare l’Isola di Man è come fare un viaggio nel passato alla scoperta di tradizioni antiche e di un folklore davvero molto acceso, un soggiorno che vi colpirà dritto al cuore anche perché qui avrete la possibilità di scoprire dei luoghi naturalistici davvero unici al mondo. Ma come possiamo arrivare sull’isola e muoverci tra i vari luoghi che meritano di essere visitati?

Arrivare sull’Isola di Man

Il modo sicuramente più veloce di arrivare sull’Isola di Man è l’aereo. L’aeroporto dell’isola è collegato infatti a Manchester, Liverpool, Belfast, Birmingham, Dublino e ovviamente Londra. Arrivare sull’isola in aereo è veloce e anche piuttosto economico ma dobbiamo ammettere che un viaggio tanto strano e ricco di magia merita un ingresso migliore. La scelta migliore per godere appieno delle bellezze dell’isola è di arrivare via mare prendendo uno dei molti traghetti che partono da Liverpool, Dublino, Belfast e Haysham. Grazie a questi traghetti sui quali lavorano quasi solo persone dell’isola potrete iniziare da subito ad assaporare il clima che vivrete una volta sbarcati iniziando così il vostro soggiorno nel miglior modo possibile.

Muoversi sull’Isola di Man in auto

Prendere un’auto a noleggio sull’Isola di Man è sicuramente un modo eccellente per muoversi. L’isola dispone infatti di strade ben tenute e davvero molto capillari ma è necessario prestare attenzione, non ci sono infatti limiti di velocità da seguire e alcuni abitanti si muovono quindi un po’ velocemente, alcune strade sono poco illuminate la notte e ovviamente la guida è a sinistra ed è quindi necessario abituarsi.

Muoversi sull’Isola di Man con i mezzi pubblici

I mezzi pubblici hanno un servizio davvero molto ben organizzato e proprio per questo motivo sono sicuramente la scelta migliore per tutti coloro che vogliono visitare l’isola senza preoccupazioni. Gli autobus sono eccezionali perché arrivano davvero in ogni zona dell’isola ma dobbiamo ammettere che sono un po’ costosi. Il modo migliore per riuscire a risparmiare è quello di fare un abbonamento a seconda del numero dei giorni del vostro soggiorno. Gli abbonamento possono essere effettuati anche direttamente presso i molti uffici postali dell’isola. Il treno è un mezzo di trasporto altrettanto valido anche perché passa in zone dove la natura vive incontaminata che sono talmente tanto belle da lasciare senza fiato. Sull’isola non è presente solo la ferrovia elettrica ma anche la ferrovia a vapore per un vero e proprio tuffo nel passato.

mercoledì 26 luglio 2017

PARTIRIPARTI - LANZAROTE







L' isola di Lanzarote è situata a circa 100 Km dalla costa africana, come tutte le Canarie, è di origine vulcanica; ci si accorge subito di questo appena atterrati all'aeroporto di Arrecife.
Il panorama, le visuali e relative forti sensazioni si possono provare una volta messi in condizione di poter vedere sullo sfondo di alcuni tra i molti paesaggi lunari il contrapporsi dei campi coltivati , della vegetazione sub tropicale e dal contrasto delle rocce laviche che sprofondano nelle sabbie dorate delle spiagge dove si infrangono le onde dell'oceano.Il vulcano Timanfaya domina l' intera isola e si erge su oltre 300 crateri e distese di lava.
Il clima di Lanzarote è più caldo e secco rispetto alle altre isole dell'arcipelago; questo è principalmente dovuto ai venti caldi provenienti dal Sahara i quali si alternano con le brezze dell'Atlantico, le precipitazioni sono scarse quindi sole sempre presente, ideale per c hi è alla ricerca della vacanza balneare.
La salvaguardia dell'ambiente, la sensazione di essere al cospetto di un ambiente primitivo e incontaminato è molto forte, ha reso un riconoscimento a Lanzarote dichiarata dall' Unesco "Riserva Mondiale della Biosfera" per la sua natura intatta, quasi primitiva
Anche a Lanzarote il turismo è stato sapientemente gestito e sviluppato, fornisce servizi di prima qualità con spiagge di indubbia bellezza e ben attrezzate, centri di benessere, attrazioni e luoghi di divertimento.
Ben attrezzati e funzionali i centri e le strutture dedicate allo sport che permettono in particolare di poter praticare gli sport acquatici come il diving (condizione di acque limpide, atmosfera da luoghi incontaminati e fondali interessanti), il windsurf (molto praticato grazie alle frequenti buone condizioni di clima, vento e onde), sci nautico, vela, la pesca; l'opportunità per gli amanti del golf di praticare il loro sport anche durante il periodo invernale , il tennis ecc. ecc.
Non mancano le occasioni per entrare in contatto con la cultura locale tramite i musei e gli eventi e manifestazioni organizzate a questo scopo.
Le località più famose di Lanzarote sono: Costa Teguiste, La Santa, Puerto del Carmen, Playa Blanca.

Fuso orario: 1 ora in meno rispetto all'Italia (anche quando in Italia vige l'ora legale).
Moneta locale: in quanto territori spagnolo la moneta è l'EURO.
Lingua: spagnolo. Le lingue che più comunemente vengo parlate sono l'inglese il francese ed il tedesco; molto diffusa anche la conoscenza della lingua italiana grazie alla nostra comunità che da tempo si è ben radicata ed integrata nell'isola.
Energia elettrica: corrente alternata 50 Hz a 220 Volts.
Documenti: per l'ingresso alle Canarie è sufficiente la carta d'identità valida per l'espatrio o passaporto individuale
Assistenza Sanitaria all'estero: i rapporti tra diversi stati in materia di assistenza sanitaria variano e non sono standardizzati; è importante sapere che prima di partire per le Canarie, e TUTTA la Spagna in genere, è opportuno, sempre e comunque, buona regola, portarsi appresso la propria tessera sanitaria ultima versione (quella con la banda magnetica e il codice a barre)> Come ulteriore precauzione, farsi rilasciare (a cura del proprio Distretto Sanitario) il modulo E111 relativo all'assistenza sanitaria all'estero.
PRECAUZIONE: evitare di bere l'acqua direttamente dai rubinetti; è quindi consigliato consumare acqua e bevande confezionate. In realtà non vi sono reali problemi ma, al fine di evitare disturbi intestinali ai più sensibili, è meglio seguire questo consiglio per non incappare nella così detta "febbre canaria".
Vaccinazioni: non sono richieste.
Cani e gatti in viaggio con voi: per un soggiorno fino a 28 giorni, cani e gatti al seguito dei turisti, devono essere accompagnati dal Certificato Veterinario di buona salute rilasciato NON oltre 5 giorni precedenti all'ingresso alle Canarie ed in tutta la Spagna. E' richiesto inoltre un Certificato di vaccinazione contro la rabbia, effettuata da almeno un mese.Cani e gatti saranno sottoposti al controllo del veterinario di frontiera all'arrivo.Per permanenze superiori ai 28 giorni è richiesta un'apposita autorizzazione d'ingresso.

lunedì 24 luglio 2017

PARTIRIPARTI - FAVIGNANA






I fenici la chiamavano Katria, i latini Egate, i greci Aegusa (l'isola delle capre) per la quantità di capre selvatiche che pascolavano nell'isola. Ma, oltre alle capre, c'erano altri animali selvatici: conigli, porci, e asini. Una leggenda racconta che Aegusa era una ninfa che abitava nell'isola. L'isola era ricca di alberi e l'acqua vi abbondava, anche se per averla bisognava scavare. Il nome attuale dell'isola risale al medioevo e sembra derivare dal nome di un vento caldo proveniente da ovest, il Favonio. Nel dialetto egadino, l'isola si chiama Fougnana e gli abitanti fougnanisi. 

A Favignana, ma soprattutto nel tratto di mare tra Punta Marsala e Marsala, all'alba, sono sempre esistiti i Farfallicchi (paragonabile al fenomeno di fata Morgana). Sin dall'antichità molti hanno detto che si possono vedere : uomini, barche, animali, ecc. Prevalentemente brulla, l'isola si estende per 19 km2, è lunga 9 km e larga 4. E' formata dalle due zone pianeggianti del Bosco e della Piana, divise da un ampio corpo montagnoso di natura calcarea, che le danno una forma di farfalla adagiata sul mare: a questa la romantica definizione che ne diede il pittore Salvatore Fiume negli anni '70. Ma c'è stato anche chi, anni prima, per la sua forma l'ha paragonata ad uno sparviero (uccello di passo). Infatti, lo stemma del municipio rappresenta un uccello rapace che distende le sue ali su tre torri.

 Il punto piu alto è Santa Caterina (m. 310), sormontato da un castello. Favignana è famosa per le sue cave di tufo pregiato; per le sue tonnare; per lo stabilimento dove avveniva la lavorazione e l'inscatolamento del tonno; per il palazzo Florio; per il carcere San Giacomo; per il castello di Santa Caterina, di cui molti patrioti del Risorgimento conobbero le umide segrete. E perchè è stata a lungo colonia di coatti e di confinati politici. Da visitare il parco archeologico nella zona di San Nicola e il piccolo Museo archeologico che raccoglie antichi reperti locali. Il centro abitato si è formato dopo il 1640. Attualmente Favignana ha circa 3300 residenti. Dista 9 miglia da Trapani e 7 da Marsala. Vicino alle sue coste si trovano alcuni isolotti e scogli: - il Preveto (u Previtu) è un isolotto basso, che si trova in localita' Pirreca, distante circa 150 metri dalla riva; vi sono ancora visibili i ruderi di una vecchia casa; Galeotta (a Liotta) e Galera (Alera) : isolotti di colore nerastro, situati a sud di Favignana; emergono bassi dal mare, in una zona ricca di correnti marine; scoglio Corrente (Scogghiu Currenti), così chiamato per le forti correnti sottomarine che lo circondano; scoglio Palumbo (Scogghiu Palummu) si trova tra il Preveto e Punta Lunga; attorno al suo fondale si trova qualche relitto di imbarcazione.

 Come Muoversi


Favignana è un' isola piuttosto piccola formata da due zone piuttosto pianeggianti, divise da un ampio corpo montagnoso, che le danno la forma di una farfalla adagiata sul mare. È lunga 19 km e larga 4 km. Durante il periodo turistico il traffico stradale è notevole.
L'uso di un'auto propria è sempre possibile (attenzione al divieto di parcheggio per i non residenti), ma Vi consigliamo di fare attenzione ai numerosi parcheggi dislocati nel centro urbano dove è consentito parcheggiare solamente ai residenti.

È possibile noleggiare, sul posto, auto, ciclomotori e biciclette presso i numerosi servizi di autonoleggio.
Piuttosto efficente è il servizio di trasporto pubblico, costituito da taxi (Speedytaxi) e dal servizio di autobus che collegano in maniera piuttosto capillare i vari punti dell'isola con corse frequenti. Il capolinea e nelle immediate vicinanze del porto.

Come Arrivare


Dall'aeroporto collegamento con bus per il porto di Trapani.
 In auto: Autostrada per Trapani.

In treno: Stazione Centrale Palermo - Stazione Trapani (vedi orari FS)

In bus: Palermo Piazza Politeama - Trapani Porto (1 ogni ora dalle 7.00 alle 21.00)

Aereoporto Falcone-Borsellino - Trapani Porto (1 al giorno ... la mattina)

Dal porto di Trapani imbarco per Favignana con traghetti Libertylines Informazioni e prenotazioni Libertlines Tel. +39 0923 873813 (Trapani) 


giovedì 20 luglio 2017

PARTIRIPARTI - FRANCIA - LA REGIONE DELLO CHAMPAGNE





Un percorso attraverso il vigneto della Montagne di Reims permette di scoprire i retroscena del mondo dello Champagne.

La traversata di cittadine tipicamente viticole, la visita di cantine di un viticoltore, di una cooperativa o della maison Canard-Duchêne che svelano i segreti della produzione del proprio vino, e poi la scoperta del museo della Vigna sono le tappe imprescindibili di questa strada turistica che serpeggia ad una decina di km a sud di Reims.

Il museo della Vigna, ai piedi del faro di Verzenay, invita a percorrere l’affascinante mondo dei vigneti dello Champagne. È possibile visitare la sommità del faro, potendo così godere di un panorama eccezionale sull’oceano di vigne!

Tra gli alberi a 7 m di altezza, a strapiombo sul faro di Verzenay, il Perching Bar è un bar di champagne unico al mondo, che unisce design, modernità, confort e convivialità. Ti aspetta un momento di tranquillità mentre degusti una selezione di champagne provenienti dalle grandi maison in questo bar atipico, attraversato da una grande quercia.

La strada attraversa anche il Parco naturale regionale della Montagne di Reims, il quale ospita una sorprendente curiosità: la principale concentrazione mondiale di fagus sylvatica, una varietà di faggio dai rami nodosi, chiamata anche “faux de Verzy”. L’origine della forma singolare rimane oscura ai botanici.


Nessuna cantina assomiglia ad un’altra.

Per rendersene conto, basta visitare le prestigiose cantine che ospita Reims. Un avviso per chi si sposta a piedi: sono 120 km di sotterranei da percorrere…
Per tornare indietro nel tempo, visita Ruinart, G.H Martel, Taittinger, Pommery o a Veuve Clicquot: ti muoverai in cave, scavate a volte in epoca gallo-romana. Ognuna ha le proprie peculiarità. Ruinart può essere fiera di avere cantine classificate come monumento storico, mentre Taittinger di ospitare le fondamenta della chiesa Saint-Nicaise. Pommery, invece, gioca la carta della modernità con esposizioni d’arte contemporanea (abbinate ad una degustazione). Per quanto riguarda G.H. Martel, questa valorizza la dimensione famigliare, mentre Veuve Clicquot punta a testimoniare la storia della Champagne, le sue cantine, infatti, sono state utilizzate come riparo durante la Prima Guerra Mondiale. Si privilegiano le degustazioni a G.H. Mumm, con diversi pacchetti per gustare tutti i tipi di vino. Infine, Charles de Cazanove, nei pressi della stazione, ha di recente aperto le proprie cantine al pubblico.

martedì 18 luglio 2017

PARTIRIPARTI - EVENTI IN SALENTO

Buongiorno dalla vostra agenzia viaggi PARTIRIPARTI di Cadoneghe (PD)!



Gusto e tradizione: gli eventi in Salento da non perdere quest’estate

Il Sud della Puglia è ancora tra le mete preferite dell'estate 2017. Così, per chi ha prenotato (o sta per farlo), ecco un percorso attraverso le sagre, le storie e le leggende più intriganti e gustose di questo paradiso mediterraneo

Un Paese di santi, navigatori ed eroi. Terra di grande storia, il Salento è un mosaico di tradizioni e leggende tramandate da giullari e cantori, con episodi che raccontano, come tasselli, un popolo dall’ingegno raffinato, ma anche fantasioso e irriverente, difficile da imbrigliare, che s’inchina ai beati e irride i potenti. Memorie fissate in feste ed eventi che nei borghi diventano rituali religiosi, riti scapestrati, occasioni di divertimento per viaggiatori curiosi e attenti alla nostra storia. Manifestazioni imperdibili per capire l’anima di questa terra.

A GALLIPOLI, LA SANTA DELLA STEDDHA

A Gallipoli, dal 23 al 25 luglio, nei giorni in onore di Santa Cristina, tutto è concesso, tranne fare il bagno. Per una credenza che risale al 1807, quando un ragazzo morì in mare, si dice che la santa “porta la steddha” (la stella): bisogna avere rispetto e rinunciare a tuffarsi in mare, anche se il caldo è soffocante. Alla santa giovinetta che nel 1867 liberò il borgo dal colera, i gallipolini dedicano la festa più sentita e più attesa. A Santa Cristina si rivolgono i pescatori prima di uscire in mare; a lei è dedicata la cappella nel porto, mentre la statua si venera nella Chiesa di Santa Maria della Purità, voluta dalla confraternita dei Bastasi, gli scaricatori di porto che la eressero nel Seicento. Dall’alto dei bastioni, alle 19 del 23 luglio, si muove la processione, con la statua che percorre le vie del borgo, tra i ritmi della banda musicale, i militari in alta uniforme e i confratelli della Madonna della Purità vestiti di bianco. Il 24 luglio, alle 17, ci si raduna nel porticciolo del Canneto per l’usanza più caratteristica e goliardica, la cuccagna: il palo, proteso verso il mare in maniera obliqua, è reso scivoloso da dosi abbondanti di grasso. Per entrare nel vivo della festa basta seguire la folla di corso Roma, nella città nuova, pieno di bancarelle dove la dolce cupeta (croccante) incontra la scapece (pesce fritto e marinato in aceto e zafferano) e la banda suona sotto la cupola di luminarie. “Quest’anno attraverso l’accensione musicale e teatrale delle luci si racconterà la storia della steddha”, rivela Benito Carrozza, presidente del Comitato Festa Santa Cristina.

IL MERCATINO DEL GUSTO A MAGLIE

Vera cittadella dei sapori pugliesi, Maglie, dall’1 al 5 agosto, diventa punto d’incontro dei cultori della buona cucina, degli appassionati di vino o di birra: qui si svolge infatti la 18ª edizione del Mercatino del Gusto, una delle rassegne enogastronomiche più longeve d’Italia, che quest’anno ha scelto la bellezza come filo conduttore. “Un inno alla Puglia, ai suoi castelli, alle torri, alle masserie fortificate, ai trulli, agli ulivi monumentali, ai vigneti, al mare. Per non parlare del cibo, dell’ospitalità e della voglia di emergere dei giovani” spiega Michele Bruno, ideatore del Mercatino. Basta lasciarsi guidare dai profumi lungo la via dei dolci, provare le degustazioni nella piazza del vino, assistere ai laboratori o alle presentazioni di libri, cedere alle tentazioni dello street food e passeggiare con il cartoccio in mano o accomodarsi in villa e gustare le cene preparate dai migliori chef pugliesi. Si fa così un viaggio alla scoperta di formaggi, pasta fatta in casa, salumi di Martina Franca, birre artigianali e del caffè torrefatto al momento, fino alle produzioni dei Presìdi Slow Food e delle Comunità del cibo. Dietro ogni assaggio c’è una storia, a volte antica; si dialoga con i produttori e si scopre come l’innovazione conviva con la tradizione, con la biodiversità. Attorno, Maglie con i suoi palazzi, le piazze, i cortili e i vicoli illuminati a festa.

A LECCE E DINTORNI PER IL LOCOMOTIVE JAZZ FESTIVAL

Dieci giorni, trenta appuntamenti e circa 100 artisti che si esibiranno in 18 località diverse della provincia di Lecce. Locomotive Jazz Festival (dal 14 luglio al 1 agosto) è uno degli appuntamenti fissi dell’estate salentina. Tra gli ospiti di quest’anno si attendono Richard Bona, Noa, Paolo Fresu, Danilo Rea, Federico Zampaglione (27 luglio al Parco Naturale delle Cesine), Stefania Rocca ed Eugenio Finardi. Ma non sarà solo la musica la protagonista: degustazioni enogastronomiche, borse di studio e seminari di fotografia, escursioni nel verde rendono l’offerta ancora più stuzzicante.
Il Festival entra nel vivo il 22 luglio, a Lecce, con la giornata dell’Aver Cura Day, dedicata al tema del recupero delle opere d’arte, e il concerto di Paolo Fresu, seguiti il 23 luglio dall’iniziativa From Station to Station Vintage Edition. In quest’occasione, si inaugura una locomotiva a vapore del 1931 e si parte per un viaggio alla volta di Matera a bordo del treno d’epoca. Una volta arrivati, passeggiate sonore tra i Sassi con la Locomotive Orchestra, accompagnata dall’attrice Stefania Rocca, e jam session finale alla Casa Cava di Matera, con Raffaele Casarano.
Come da tradizione, i concerti finali si terranno all’Anfiteatro Romano di Lecce, tra cui quelli attesissimi del cantante e compositore tunisino Dhafer Yousseff, sabato 29 luglio alle 21.30; e quello di Raffaele Casarano jazz 4et con la partecipazione di Stefania Rocca e Eugenio Finardi, in programma il 31 luglio. Si chiude l’1 agosto con Richard Bona accompagnato da una formazione stellare composta da Ludwig Alfonso, 
Osmany Paredes,
Luisito Quintero e Roberto Quintero,
 Rey Alejandre e Dennis Hernandez.

A ORIA, RITORNO AL MEDIOEVO

Dall’11 al 13 agosto a Oria (Brindisi) si rivivono le atmosfere del Medioevo: mille figuranti in costume d’epoca sfilano lungo le vie, addobbate con i vessilli colorati dei quattro rioni della città, per la più importante rievocazione medievale giunta alla 51esima edizione. La manifestazione è in onore di Federico II di Svevia che nel 1225 bandì un “torneamento” per allietare il re di Gerusalemme, padre della sua futura sposa Isabella. Dal 1967 la Pro Loco ha dato vita alla riproduzione fedele dell’evento con una manifestazione, ricca di colori e musiche. I festegiamenti si aprono con la benedizione del Palio nella Cattedrale l’11 agosto e culminano il 13 con il torneo in cui i quattro rioni, Castello, Judea, Lama e Santo Basilio si contendono l’ambito palio, sfidandosi in dure prove di stampo medievale. Sabato 12 agosto si viene catapultati tra dame e armigeri, cavalieri e giullari per il corteo che sfila per le vie del paese fino alle 21, quando sarà letto il bando del Torneo e si svolgerà la cerimonia di presentazione del Palio.

LA MADRE DI TUTTE LE SAGRE A CARPIGNANO SALENTINO

Musica, arte, sapori e vino rosso a volontà sono gli ingredienti della Festa Te Lu Mieru a Carpignano Salentino (1-3 settembre), nota come la Madre di tutte le Sagre. Correva l’anno 1974 e Carpignano Salentino ospitava durante l’estate seminari e incontri con Eugenio Barba e l’OdinTeatret scandinavo. Per salutarli fu organizzata una festa con musiche, balli, piatti tipici e vino locale. Tanto piacque che l’anno dopo si rifece e così fino a oggi. Il baratto culturale di Barba è al centro dell’edizione 2017 della festa: ci sarà il mercatino della cultura, con artisti-artigiani che animeranno le case e le corti del centro storico, un’orchestra sperimentale con canzoni tradizionali in griko, dialetto e lingua romanza e poi danze popolari, spettacoli di strada, reading di poesie, non mancheranno i giochi della tradizione e le specialità gastronomiche. La domenica il palio della cuccagna.






venerdì 14 luglio 2017

PARTIRIPARTI - OLANDA IN BICI

Buongiorno dalla vostra agenzia viaggi PARTIRIPARTI di Cadoneghe (PD)!




Vacanze in bicicletta. Dove se non in Olanda? Ecco 4 percorsi nel Paese più bike-friendly

Ferrovie abbandonate, le abbazie delle birre trappiste, i mulini e le spiagge del Nord. E poi un tour per le famiglie, dormendo in ostello. Ecco gli itinerari suggeriti da Movimento Lento per scoprire l'Olanda a ritmi slow. E vivere una vacanza alternativa, che fa bene al fisico, alla mente e al pianeta

I primati sul fronte della mobilità sostenibile, una densità di biciclette tra le più alte del mondo, 32.000 km di ciclabili pianeggianti e città a misura di ciclista. E fuori dai centri urbani, itinerari in una campagna da cartolina, tra campi di tulipani, mulini, corsi d’acqua. Difficile immaginare un Paese più adatto alle vacanze in bicicletta dell’Olanda. Lo sa bene Movimento Lento, associazione non-profit e punto di riferimento in Italia per lo sviluppo del viaggio lento che per l’estate 2017 consiglia gli itinerari proposti da Dutch Bike Tours. Un tour operator specializzato in viaggi in bicicletta indipendenti, che permettono di partire quando e con chi si vuole, ma con servizi e comodità che vanno dalla prenotazione degli alberghi al noleggio biciclette, dal servizio di trasferimento bagagli da una tappa all’altra alle mappe e le informazioni dettagliate sul percorso. Ecco allora 4 itinerari fra gli oltre 50 che si trovano su dutch-biketours.it per scoprire l’Olanda al ritmo lento della pedalata.

Quattro Paesi in un colpo solo. Lungo la Vennbahn

Una volta era una ferrovia che collegava la città tedesca di Aquisgrana al Lussemburgo. Oggi è un “binario verde” di 125 km, che permette di sconfinare tra 4 Paesi. La Vennbahn, pista ciclabile tra le più belle d’Europa, aperta nel 2013 lungo una linea ferroviaria abbandonata, unisce Belgio, Germania, Lussemburgo e anche i Paesi Bassi, grazie all’incontro in un percorso ad anello con la “Via Benjaminse”, che si immerge in boschi e riserve naturali tra il Lussemburgo e la città di Maastricht. Per percorrere tutto l’itinerario ci vogliono 8 giorni, pedalando a un ritmo accessibile a tutti, su ciclabili in piano e tranquille strade secondarie che attraversano il cuore verde d’Europa. Dalla regione dell’Eifel alle Ardenne alle riserve della Vallonia, con soste in castelli e cittadine-gioiello come Monschau, in Germania, famosa per i tetti d’ardesia e le case a graticcio, e senza dimenticare le scoperte gastronomiche come il prosciutto affumicato delle Ardenne. Punto di partenza dell’itinerario è la cittadina di Vaals, nell’angolo sud-orientale dell’Olanda, dove il Drielandenpunt, attrazione della cittadina e luogo d’incontro delle frontiere di Belgio, Germania e Paesi Bassi, diventa il simbolico inizio di questo viaggio transfrontaliero. Info: dutch-biketours.it.


mercoledì 12 luglio 2017

PARTIRIPARTI - UMBRIA DA SCOPRIRE

Buongiorno dalla vostra agenzia viaggi PARTIRIPARTI di Cadoneghe (PD)!




Da Castelluccio a Perugia, l’Umbria si rialza. Anche grazie al turismo

Continua il viaggio nelle terre colpite dal terremoto. In questa tappa facciamo rotta sull'Umbria: agriturismi gestiti con passione, cucina sontuosa, produttori di olio che hanno bisogno della nostra presenza

L’Umbria rinasce. Si rimette in piedi dopo il terremoto. Anzi i terremoti. Quelli che hanno scosso la terra e colpito paesini medievali, e quello, altrettanto grave, della disinformazione che ha allontanato i turisti. Eppure la maggior parte della regione è stata solo sfiorata dal sisma e i borghi più belli hanno sistemato in tempi record minime lesioni al patrimonio artistico.
Nascono progetti come I Volti di Castelluccio, sezione della piattaforma di crowdfunding #RinascitaCastelluccio, per dar voce a piccoli imprenditori agricoli e costruire un villaggio diffuso per lo stoccaggio e la vendita dei prodotti. Enti pubblici e privati, associazioni e liberi cittadini si uniscono per sviluppare idee puntando sulla vera ricchezza dell’Umbria: il paesaggio, l’eccellenza enogastronomica, l’unicità del patrimonio storico-artistico. Poche settimane fa è stato firmato un protocollo d’intesa fra sei comuni (Spoleto, Campello, Trevi, Foligno, Spello e Assisi) della cosiddetta fascia olivata, un patrimonio di oltre un milione di ulivi che regalano un olio Dop di qualità eccellente: si lavora per il riconoscimento del paesaggio alimentare FAO. Sarebbe il primo in Europa. Per apprezzarne la bellezza, si percorre il Sentiero degli Ulivi (C1 del Cai) che collega Assisi e Spoleto e si interseca con il Cammino di Francesco, in un saliscendi armonioso dove si incontrano eremi, frantoi, castelli, agriturismi.
Trevi, Città dell’Olio, è la capitale di questo paesaggio e si è subito ripresa. “Grazie al decreto Errani – spiega il sindaco, Dino Sperandi, storico ed esperto d’arte – siamo riusciti a restaurare affreschi e rendere subito agibili gli edifici lesionati, pochi per fortuna, senza interrompere alcuna attività culturale”. Così sono state riaperte chiese, musei e il teatro Clitunno, un gioiellino del 1875. Si entra nel Complesso Museale di San Francesco per visitare il Museo della Civiltà dell’Olivo (l’unico in Italia di proprietà pubblica), il Museo archeologico, la Pinacoteca con la Madonna col Bambino del Pintoricchio.
A Villa Fabbri, invece, si va per le opere di Pomarancio e Salimbeni e per il panorama che abbraccia la valle fino a Spoleto. Un mare di ulivi dove spuntano imprevedibili tesori come la Chiesetta di Santa Caterina, arroccata su uno sperone, che custodisce uno degli affreschi più significativi del Trecento umbro, attribuito al Primo Maestro di Santa Chiara di Montefalco. Purtroppo anche mete note come Gubbio e Assisi, pur non avendo danni, vedono pochi turisti. Si spera ritornino anche grazie a nuovi progetti di ospitalità nati dall’entusiasmo di giovani imprenditori. Nella città di San Francesco, Daniela Tabarrini e Giulio Ascani hanno inaugurato il loro b&b Residenza La Corte lo scorso autunno, poco dopo il terremoto. “Abbiamo deciso di investire per far rivivere questi spazi storici legati alla nostra famiglia e alla vita dei canonici di S. Ruffino, la cui cattedrale si trova appena sopra di noi”, spiega Daniela Tabarrini. Tre stanze di charme e un loft con pietra a vista, che danno su un cortile segreto, sulla vallata o sui tetti.
È una storia nuova e tutta al femminile anche quella dell’agriturismo Le Sorgenti, a otto chilometri da Assisi, in località Paradiso. Lo è di nome e di fatto questo posto dove Marzia Stoppini, 36 anni, alleva cavalli sportivi. “Faccio anche il fieno e mi occupo dell’orto e della campagna; il mio sogno è vivere con i prodotti della terra”. Una tenuta di 22 ettari, con laghetti d’acqua sorgiva, boschi, vecchi casolari ristrutturati, giardini di rose, glicini e lillà. A Perugia, che accoglie i concerti di Umbria Jazz (7-16 luglio), un nuovo indirizzo è il ristorante Società Anonima, aperto nell’ex fabbrica di ghiaccio che un tempo ospitava la Società Anonima Birra Perugia. “Volevamo rivitalizzare il centro storico che in questo momento vive molte difficoltà”, raccontano i fondatori, Paolo Balzelli e Antonio Boco. “I fornitori sono piccoli produttori locali. Come pure i vignaioli con cui creiamo l’etichetta anonima del mese”. Questa gente sta facendo miracoli, ma da sola non può farcela. Trascorrere qualche giorno di vacanza in queste terre è un grande aiuto.

 

lunedì 10 luglio 2017

PARTIRIPARTI - WEEKEND SULLE DOLOMITI ALL'INSEGNA DELLA MUSICA

Buongiorno dalla vostra agenzia viaggi PARTIRIPARTI di Cadoneghe (PD)!




I Suoni delle Dolomiti: le novità e i concerti dell’estate

Alpeggi, rifugi, sentieri che riecheggiano note classiche, jazz, world music. Torna la magia di un’estate in musica ai piedi delle cime più spettacolari. Gli appuntamenti da non perdere!


I SUONI DELLE DOLOMITI: IL NUOVO APPUNTAMENTO CON CAMPIGLIO SPECIAL WEEK

“Suonare in mezzo alla natura? Per me è una cosa istintiva. L’ho sempre fatto”, racconta il violoncellista Mario Brunello, fedelissimo di I Suoni delle Dolomiti, la rassegna musicale nomade che vanta una delle location più spettacolari ed emozionanti al mondo: le Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. “Ho iniziato a esibirmi nel cuore delle Alpi una ventina di anni fa. Mi attirava questa formula così fuori del comune. L’idea realizzava un sogno che avevo da tempo: portare il mio violoncello – che mi segue da tutta una vita per il mondo, e in aereo ha perfino il posto prenotato accanto al mio – tra le montagne. E poi apprezzo il silenzio: niente sala da concerto, né acustica perfetta, ma uno spazio infinito che abita la mente dell’esecutore”.
Saranno proprio Mario Brunello e il suo strumento a corda le star della novità dell’edizione 2017, ovvero Campiglio special week, un festival nel festival che rispecchia, nella sua intensità e declinazione, la natura peculiare e ben definita delle Dolomiti di Brenta, così come la ricchezza della valle. Per l’occasione Brunello ha ingaggiato i musicisti della Kremerata Baltica, orchestra formata dai migliori talenti provenienti dai Paesi Baltici. Insieme, da lunedì 17 a domenica 23 luglio, si avvicendano ogni giorno nei luoghi più suggestivi della Val Rendena o, partendo dal fondovalle, lungo le linee d’accesso alle vette, in un simbolico movimento verso l’alto che è proprio della montagna, così come della musica.

I CONCERTI DA NON PERDERE

Ad aprire la rassegna trentina saranno i 12 violoncellisti dei Berliner Philarmoniker, che venerdì 7 luglio eseguiranno brani di Boris Blacher, Julius Klengel, Astor Piazzolla e José Carlia, in un magnifico alpeggio a 1.982 metri di altitudine, nei pressi del Rifugio Fuciade, sulle pendici del Passo San Pellegrino. Un’inaugurazione da non perdere anche per la cucina locale: il rifugio propone squisiti fagot de mon, tortelli di mirtillo nero e cervo brasato. Cucina più ruspante, altrettanto di qualità, al rifugio Contrin, ai piedi del Gruppo della Marmolada, dove il 31 agosto la rassegna chiude a ritmo di tango. In scena il bandoneonista Hèctor Ulises Passarella, per l’occasione affiancato dal figlio Roberto, da Tania Colangeli e Marco di Blasio del Centro Bandoneon di Roma.
Nel resto del programma ci sono proposte world music come l’Orchestra di Piazza Vittorio – la più grande orchestra multietnica d’Europa, 18 musicisti da 10 Paesi -, il 15 luglio al Col Magherita, in Val di Fassa. Amate il blues? Sarah Jane Morris, cantante e autrice britannica di musica jazz, rock e rhythm & blues, nata a Southampton, ma con l’Italia nel cuore, il 10 agosto sarà alla malga Canvere. Una certezza, Nada, il 23 agosto a Malga Tassulla, in Val di Non, con i suoi grandi successi, ballate popolari e l’ormai celebre Senza perché, emersa nella colonna sonora del serial The Young Pope di Paolo Sorrentino.
Originale l’appuntamento del 29 agosto con gli ottoni di sette giovani musicisti formatisi al Conservatorio di Vienna: i Federspiel, una brass band musicalmente onnivora, capace di “ruminare” le migliori tradizioni folk del pianeta Europa, affrontandole e reinventandole in un modo rivoluzionario. Imperdibile. E il 28 luglio, nel verde della Val di Fassa, lo spettacolo Bella Ciao mette insieme le canzoni popolari che hanno fatto la storia d’Italia, con nuovi arrangiamenti, in un dialogo sofisticato tra suoni e significati innescato dall’organettista Riccardo Tesi. Musica, parole, grandi artisti, e il pianeta Dolomiti intorno.

INFO PRATICHE

I concerti si svolgono nel primo pomeriggio, alle 13 (tranne quello dell’Orchestra di Piazza Vittorio del 15 luglio a Col Margherita, in Val di Fassa, programmato all’alba, alle 6), nei pressi di rifugi alpini: cime, malghe e boschi vengono raggiunti a piedi assieme, dal pubblico e dagli stessi musicisti. Tutti gli eventi sono gratuiti, a eccezione del trekking, a pagamento e a numero chiuso.
Per il programma dettagliato di concerti e location: isuonidelledolomiti.it.

giovedì 6 luglio 2017

PARTIRIPARTI - MARMOLADA

Buongiorno dalla vostra agenzia viaggi PARTIRIPARTI di Cadoneghe (PD) oggi vi proponiamo un fantastico posto: Marmolada!



Ultimo sci in Marmolada: dal museo sulla funivia alla terrazza gourmet

Ad Arabba e in Marmolada si scia fino al 9 aprile. Tra neve e sorprese, come il museo più alto d'Europa e la cucina di ricerca del rifugio Luigi Gorza


IL MUSEO PIÙ ALTO D’EUROPA? SU UNA FUNIVIA
Il museo più alto d’Europa è nel troncone di una funivia, a 2.950 metri di Punta Serauta, nelle stanze di una delle stazioni dell’impianto che porta alla Marmolada. Tra foto, divise, oggetti di uso quotidiano e il plastico della Città di ghiaccio – il complesso di gallerie, dormitori e cucine (12 chilometri di estensione) che gli austro-ungarici realizzarono nel ventre del ghiacciaio – è il fedele spaccato della vita dei soldati della Grande Guerra. Eccoci, sulle Alpi, teatro di un conflitto dove, nonostante gli orrori della guerra e l’avvento della tecnologia bellica, il coraggio personale aveva ancora un valore. Il mito degli alpini e dei Kaiserjäger austriaci, i “cacciatori imperiali”, nasce in quegli anni. Dalla terrazza del museo non è difficile immaginare le colonne di italiani che, nella primavera del 1916, risalgono i nevai d’alta quota, posizioni strategiche per il controllo delle valli sottostanti. Su strade e sentieri, a piedi o con i muli, a costruire teleferiche per trasportare munizioni, viveri, attrezzi. “La fatica per arrivare lassù: 9 ore, arrampicandomi con zaino, tascapani e fucile, più di 30 chili, su per sassi, rovi, cespugli, su per pareti rocciose…”, annotava sul diario il soldato Ortali. Nel Museo Marmolada Grande Guerra tutto è pensato per far rivivere la vita di coloro che furono uomini, prima che soldati. Ecco la rampa d’ingresso, che rievoca un ponte sospeso su un crepaccio, e il tunnel con le ricostruzioni delle baracche italiane e austroungariche, il soccorso dei feriti, le cure mediche, la trincea e i posti di vedetta. Il gelo, lassù, fece moltissime vittime. Lungo il percorso, uno sportello invita a infilarci le mani, e a sentire l’effetto dei suoi morsi mortali. Basta scendere poi una rampa di scalini per visitare l’ultima sorpresa: una cappella in alta quota con la Madonna in pietra.

MARMOLADA: SCIARE TRA LE NUVOLE
La regina delle Dolomiti è anche la più alta cima delle Dolomiti (3.342 m), Patrimonio Naturale dell’Umanità Unesco, e palestra ideale per gli amanti dello sci: la salita in funivia (e il panorama a 360 gradi) è di quelli da togliere il fiato. Poi ci si lancia sulla Bellunese. La pista, lunga 12 chilometri, sembra non finire mai: parte dalla Marmolada, unico ghiacciaio delle Dolomiti, sul percorso del Giro della Grande Guerra, e si sviluppa attorno al Col di Lana, sui sentieri del primo conflitto mondiale. Il percorso inizia dai 3.270 metri di Punta Rocca e scende fino ai 1.450 di Malga Ciapela, sopra il Lago del Fedaia e a fianco dei tornanti della storica statale 48 delle Dolomiti. Una volta in fondo, una stradina porta ai Serrai di Sottoguda, canyon inaspettato limitato da un torrente a strapiombo e da pareti di roccia ricoperte di ghiaccio, ideali per l’ice climbing.

PISTE MITICHE, SEMPRE INNEVATE
L’altro versante è altrettanto spettacolare. Arabba, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, a metà strada tra il passo del Pordoi e quello di Campolongo, è una delle porte d’accesso al mitico Sellaronda (tour sciistico attorno al gruppo del Sella), al ghiacciaio della Marmolada e allo skitour della Grande Guerra, che ripercorre il fronte dolomitico lungo il quale si scontrarono, tra il ’15 e il ’18, i Kaiserjäger austriaci e tedeschi, da una parte, gli Alpini italiani, dall’altra. Sci di altissima qualità e grandi emozioni (merito, in questa stagione invernale avara di neve, soprattutto dell’innevamento programmato del comprensorio Dolomiti Superski che, con un unico skipass, dà accesso a 1.200 km di piste lungo 450 impianti di risalita. Si scia su piste che raggiungono il 50% di pendenza (mitica, e impegnativa, la Fodoma), e si sperimentano nuovi collegamenti: la nuova telecabina a 8 posti Portados rende ancor più agevole e veloce il Sellaronda. Il nuovo impianto, che sostituisce la vecchia seggiovia biposto, non arriva più in cima a Porta Vescovo: permette così agli sciatori più tranquilli di percorrere il giro senza affrontare il muro in vetta e, agli sciatori più allenati, di godersi la discesa finalmente libera dal “traffico”, proseguendo poi verso le due piste più spettacolari del comprensorio, la “Sourasass” e la “Fodoma”.

CUCINA GOURMET IN ALTA QUOTA
A un passo dalle nuvole, all’arrivo della funivia di Porta Vescovo, la vista più bella, sul gruppo del Sella, si conquista dalla terrazza dell’unico ristorante gourmet in alta quota di tutte le Dolomiti: Viel dal Pan, all’interno del rifugio Luigi Gorza. Un’autentica sorpresa: qualità del cibo e della presentazione dei piatti; bellezza degli ambienti. L’incontro con il giovane e talentuoso chef Ivan Matarese, napoletano, con la sua cucina di ricerca, regala accostamenti inediti e sorprendenti, a cominciare dal calamaro, tartare di cavolfiore alla vaniglia e crema di mandorle all’aglio orsino. Per i più tradizionalisti, ottimi l’orzotto mantecato al burro e parmigiano, tartufo e sedano di montagna, e i ravioli ripieni di polenta e graukase, zucca gialla, puccia di pane. Il ristorantino (ha solo 10 tavoli e un menu veloce “Di nuovo sugli sci in 38 minuti”) è il sogno realizzato da Manuela Gorza, che con il fratello Attilio ha dato vita a Sofma, la società che gestisce il comprensorio sciistico. “Viel dal Pan è un omaggio alla cucina di qualità in alta montagna. Cercavo qualcosa di diverso dai soliti rifugi dove si mangiano solo wurstel e patatine. Il nome? È quello del sentiero del pane che si snoda in quota fra Porta Vescovo e il Passo Pordoi, lungo il quale un tempo venivano trasportati i cereali per sfamare gli abitanti del luogo”. Nella terrazza con vista sul Sella e sulla Marmolada, si pranza al sole seduti su scalinate disposte ad anfiteatro. Bella l’iniziativa Il mercoledì sotto le stelle: menu degustazione da sei portate e, dopo cena, osservazione del cielo dalle postazioni telescopiche.


lunedì 3 luglio 2017

PARTIRIPARTI - BAGNI VECCHI DI BORMIO

Buongiorno dalla vostra agenzia viaggi PARTIRIPARTI di Cadoneghe (PD) oggi vi proponiamo un fantastico posto: i Bagni Vecchi di Bormio!




Vista mozzafiato e acqua calda. La storica vasca panoramica di QC Terme Bagni Vecchi di Bormio non conosce stagioni. E, adesso, “non ha più pareti”. Trasformata in infinity pool, inaugura un nuovo corso con un look completamente rinnovato. Per celebrare il reopening, il 6 luglio, è in programma un concerto aperto al pubblico e agli ospiti di QC Terme. Le note di Gino Paoli e Danilo Rea, per l’occasione, risuoneranno tra gli “alberi infiniti” che circondano la struttura valtellinese.
DA VASCA PANORAMICA A INFINITY POOL
Riapre dopo un restyling durato un mese e mezzo. Interamente scavata nelle roccia, con un affaccio suggestivo sulla Valdidentro, la vasca open air, a picco sulla rocca dei Bagni Vecchi di Bormio, è stata una delle prime piscine termali consacrate alla balneoterapia moderna, nonché la prima struttura firmata da QC Terme, che ha scommesso sulle spa a cominciare proprio dalla location valtellinese. Il gruppo ha curato direttamente il restyling e seguito tutte le fasi dei lavori, dal disegno alla progettazione, fino alla realizzazione completa.

APPUNTAMENTO CON IL BENESSERE E CON LA MUSICA
L’acqua della mitica vasca proviene dalle fonti del Parco Nazionale dello Stelvio e sgorga naturalmente calda, alla temperatura di 37°C. Se in inverno la piscina alpina regala l’emozione (e il tepore) di un bagno antistress circondato dalla neve, in estate permette di godere appieno della vista sulla conca di Bormio. Curiosi di ammirare il risultato dopo il cambio di look? L’appuntamento è per il 6 luglio, a partire dalle ore 18.30. Dagli spazi esterni dei Bagni Vecchi si potrà seguire il live del tour Due come noi che… di Paoli e Rea, che si esibiranno proprio davanti al suggestivo specchio d’acqua rinnovato.