Tanzania: in cerca dei Big Five in mezzo a una natura che infiamma
Tra leoni e gazzelle, zebre e coccodrilli. Con la macchina fotografica in mano, circondati da una natura dorata
È l’Africa degli animali. Quella dei Big Five – leoni, bufali, elefanti,
rinoceronti, leopardi – ma anche di giraffe, zebre, gazzelle e
coccodrilli. Difficile non vederli tutti durante un safari in Tanzania, a punteggiare la distesa infiammata della savana.
Un manto dorato su cui si muovono, ogni anno, milioni di erbivori, in
cerca di qualcosa da brucare. Masse che si spostano tra il Parco del
Serengeti, il Ngorongoro e il Masai Mara (Kenya), per trovare cibo in
abbondanza e sfuggire ai predatori. Il fenomeno della Grande Migrazione è solo una delle bellezze naturali del Paese africano. A questo si aggiungono 15 parchi nazionali,
il fiume Nilo, il lago Vittoria e il Tanganica. E persino il
Kilimangiaro, la montagna più alta del continente con i suoi 5.895
metri.
L’ideale è muoversi in 4X4 (o con piccoli voli charter) per godersi gli
angoli più remoti del territorio. Il nord è famoso per i parchi, quelli
più turistici come il Serengeti o il Parco Nazionale di Arusha. Il sud è più incontaminato, selvaggio, con poche jeep.
Tra un safari e l’altro vale la pena fermarsi nell’area di conservazione di Ngorongoro.
All’interno l’omonimo cratere, la più grande caldera intatta del mondo.
È anche il luogo delle Gole dell’Olduvai, meglio note come “culla
dell’umanità” perché qui sono stati rinvenuti resti di uomini primitivi e diversi fossili di animali dell’età della pietra.