mercoledì 28 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - ORAVA

A Orava puoi visitare il castello di Nosferatu

Il castello di Orava è stato sede delle riprese del film "Nosferatu il vampiro": si trova in Slovacchia ed è possibile visitarlo

 

Chi ha visto “Nosferatu il vampiro”, film muto del 1922 di Friedrich Wilhelm Murnau, ricorderà sicuramente il terribile castello che faceva da sfondo alla storia. In realtà l’edificio è stupendo, ed è perfettamente visitabile nella sua terra madre: la Slovacchia.

Sul fiume Orava, in Slovacchia, sorge il castello dove è stato girato il film “Nosferatu il vampiro”, capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau ispirato al celebre romanzo di Bram Stoker. Si presume che l’edificio sia stato costruito intorno all’XIII secolo, mentre nel 1267 è stato fortificato in pietra: prima di quella data, infatti, la sua struttura era composta essenzialmente da legno e pochi altri materiali, com’era costume dell’epoca.

Le trasformazioni cui è stato sottoposto il castello di Orava sono molteplici, tanto che inizialmente lo stile della struttura era romanico, poi diventato neogotico.
Suggestivo e incantevole, il castello di Orava è uno degli edifici che meglio si sono mantenuti fino ai giorni nostri. Costruito con lo scopo di farne una fortezza militare, nel 1474 è stato reso abitabile dal re Mattia Corvino, mentre nel 1534 è stato restaurato e fortificato da Jan di Dubovec. Ma è stata la famiglia Thurzo, di origine ungherese, ad apportare le modifiche più consistenti al castello, soprattutto nel 1600.

A causa di un incendio avvenuto nel 1800, è stato successivamente ricostruito e modificato. Molti dei suoi cimeli sono andati distrutti, anche se è stato fatto un grosso lavoro per recuperare la maggior parte della struttura, purtroppo seriamente compromessa. A ridosso del XX secolo poi, sono state apportate altre migliorie, sia a livello estetico, sia di ristrutturazione delle fondamenta (considerate instabili). Cosa che ne ha sancito il passaggio a luogo di cultura, oggi usato come testimonianza della storia della Slovacchia.

Oggi il castello di Orava è una delle attrazioni più belle della Slovacchia. Non solo per l’aura magica che emana, ma anche per la natura rigogliosa dalle quale è circondato, cosa che lo rende perfetto per gite ed escursioni. All’interno dell’edificio poi, sono spesso organizzati eventi per i turisti, ed è ospitata l’esposizione del museo di Orava, così come la lapide del Juraj Thurzo, magnate ungherese vissuto nel 1600.

 

lunedì 26 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - PRIMAVERA IN GIAPPONE

Andare in Giappone in primavera, quando il clima è dolce

Il Giappone in primavera ha un clima dolce e regala il suo volto più incantevole. Un viaggio nel Sol Levante da marzo a maggio ospita la fioritura dei ciliegi

 

Il Giappone è una meta turistica speciale. Il periodo perfetto per visitarlo è senza dubbio la primavera, quando il clima si ammorbidisce e il Paese si veste di incanto e di fiori di ciliegio. Da metà marzo a maggio troverete una terra antica, sospesa in una tradizione intatta eppure modernissima e potrete godere al meglio di tutti i suoi tesori. Sconsigliato invece in estate per l’alta umidità e impegnativo in inverno, soprattutto al nord e in certe isole, strette nel freddo pungente e afflitte spesso da nevicate importanti.

Grazie anche alla dolcezza del clima, essere in Giappone quando c’è la fioritura dei ciliegi è uno spettacolo che non si dimentica. Ma bisogna organizzare il viaggio e la meta con cura perché i ciliegi fioriscono in periodi diversi a seconda della latitudine, iniziano a sud, per poi arrivare al nord. In questo periodo molti giapponesi, e anche molti stranieri, si raccolgono sotto i rami dei ciliegi carichi di fiori rosa per Hanami, per ammirarne la fioritura. Questa festa che porta nei parchi milioni di persone ogni anno, celebra la bellezza dell’esistenza e la sua fragilità. Come un fiore di ciliegio è magnifico ma dura poco, così è la vita, secondo la cultura giapponese.

Durante Hanami ogni città, piccola o grande che sia, ha il suo luogo incantato dove la gente si riunisce per un picnic sotto i ciliegi in fiore (sakura). Ma senza dubbio uno dei posti migliori in cui festeggiare Hanami è Tokyo, la capitale del Giappone. Visto che però è una meta molto richiesta, prenotate per tempo, appena è reso noto il periodo di massima fioritura, che varia di anno in anno a seconda dell’andamento del clima, anche se ultimamente è sempre più in anticipo.

Una volta arrivati a Tokyo andate al Parco di Ueno. Il suo viale centrale è celebre in tutto il mondo per i 600 alberi di ciliegio che lo costeggiano. Quando la fioritura è nel pieno del suo splendore, questi sakura sembrano nuvole adagiate sull’erba verdissima e vi conducono fuori dal tempo, in una perfezione estetica assoluta. A Ueno si svolge anche il Cherry Blossom Festival che di notte puntella il cielo con mille lanterne di carta di riso, creando una magica atmosfera notturna mentre i petali di ciliegio cadono dolcemente dai rami. Il clima mite vi permetterà di godere della fioritura sia di notte che di giorno.

Dopo Ueno, non perdetevi Hanami nel quartiere di Shinjuku. I ciliegi che costeggiano il fossato Chidorigafuchi sono un spettacolo mozzafiato. In questo parco i fiori sono di un bianco puro, perché le piante appartengono alla specie Somei Yoshino e nella fioritura spargono un profumo dolce, che non scorderete. Il tepore della primavera giapponese vi regalerà un clima perfetto per aspettare il tramonto e ammirare il contrasto fra i grattacieli modernissimi e questo spettacolo naturale e fragile. Di sera inoltre è possibile noleggiare piccole barche a remi per vivere Hanami dall’acqua, navigando nei canali sui quali i rami dei ciliegi si chinano dolcemente.

Il Giappone in fiore visto dall’acqua offre probabilmente l’aspetto più poetico della terra del Sol Levante. Sfruttate il clima di festa e partite per una crociera sul fiume, in piena fioritura. A Tokyo ci sono molte agenzie che le organizzano. A bordo di una piccola imbarcazione tradizionale potrete per esempio navigare sul fiume Oyokogawa, nel quartiere tradizionale di Koto-ku circondati da petali di fiori. Oppure potete ammirare i ciliegi di Bokutei e la Tokyo Skytree, la torre più alta del Paese, godendosi il clima primaverile scivolando sullo Sumidagawa.

Se state organizzando da soli il vostro primo picnic sotto i sakura, non dimenticate di mettere nello zaino un telo impermeabile da stendere nei prati, vi aiuterà con la rugiada. Nei cestini di Hanami si mette il bento, il vassoio tradizionale a scomparti che per l’occasione diventa hanami bento, e che ospita tutte le specialità giapponesi di stagione. I piatti più tipici sono a base di verdure intagliate, secondo la rigorosa estetica giapponese, accompagnati dall’immancabile pesce. Ricordatevi che è buona norma portarsi un sacchetto in cui raccogliere i resti del picnic.

Se Hanami dovesse anticipare di molto la sua stagione, il clima del Giappone potrebbe essere ancora un po’ rigido. Per proteggervi dal freddo e per poter restare in tranquillità ad ammirare i ciliegi per ore, nei parchi o sulle barche, portatevi pertanto degli abiti caldi. In vendita si trovano i tipici (e comodi) scaldamani o scaldacorpo usa e getta.

 

venerdì 23 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - MALDIVE

Maldive, dove l’inverno è (sempre) più blu

Un sogno che diventa realtà in nove ore: si accorciano le distanze con un volo diretto Roma - Malè, che catapulta in un paradiso tropicale, con spiagge di talco, acque cristalline e paesaggi tutelati dall'Unesco. Dove fare un giro in mare su un dhoni, bersi un lomi lomi, praticare yoga anti-gravity e concedersi trattamenti ayurvedici nelle Spa. Tra resort di lusso con bungalow, ville private ma anche guest house in villaggi autentici

 

Con l’inizio del 2018, le Maldive hanno visto crescere la loro instabilità politica: frequenti manifestazioni di protesta nella capitale e frizioni tra le istituzioni (arrestato l’ex presidente Maumoon Abdul Gayoomil e due giudici della Corte suprema) hanno portato, il 5 febbraio scorso, alla proclamazione dello stato di emergenza che introduce un coprifuoco a Malé. Tuttavia, sono da evitare solo i soggiorni nella capitale: i resort sugli atolli non sono stati coinvolti dalla crisi e si mantengono buone le condizioni di sicurezza. Si consiglia comunque di verificare in tempo reale la situazione nel Paese consultando il sito della Farnesina viaggiaresicuri.it

Un proposito da bucket list? Ritrovarsi immersi nell’azzurro che si confonde tra cielo e mare, avvolti da un tepore estivo quando in Italia è ancora inverno. In pratica, andare alle Maldive almeno una volta nella vita. Dall’aereo appaiono come bolle in mezzo al mare, lingue di terra disseminate in 90.000 chilometri quadrati: per l’esattezza sono 27 gli atolli che racchiudono 1.192 isole coralline nel mezzo dell’Oceano Indiano, a circa 700 chilometri dallo Sri Lanka. Circa 200 di queste isole sono abitate, mentre un centinaio è occupato da villaggi turistici. E stando agli ultimi dati annuali diffusi dal Ministero del Turismo maldiviano, questi atolli sono molto gettonati tra gli Italiani: nei primi sei mesi del 2017 si è verificato un vero e proprio “boom” dall’Italia, con un +26% di ospiti rispetto all’anno precedente. Una crescita seconda solo a quella del turismo dalla Russia e dalla Cina. 

Un lusso chiamato desiderio

Così dopo nove ore di volo (con il volo diretto Roma-Malé di Alitalia) il sogno si materializza: negli zaini entrano i piumini, l’aria calda non è più una chimera e in mezz’ora di motoscafo da Malé, dove si concentrano 150.000 abitanti, si arriva, tra i tanti alloggi di lusso tra cui scegliere, al Four Seasons Resort Maldives di Kuda Huraa, nell’atollo di Malè Nord. Ed è subito chiaro perché tutti ritengano le Maldive un paradiso: si vive a pelo d’acqua, tra palme e gradazioni infinite di blu, a una temperatura media tra i 26 e i 30 gradi, con un alto tasso di umidità che si contrasta con piacere, trangugiando lomi lomi, bevanda rinfrescante a base di zenzero, succo di lime, miele e acqua. È questo il benvenuto del resort dove si incontrano tante delle culture – da quella africana a quella del sud-est asiatico fino a quella indiana – che popolano queste acque “bagnate” da terra. Sì, perché l’80% delle Maldive si trova a poco meno di un metro sopra il livello del mare. Sono infatti la zona di mondo più a rischio per gli effetti del riscaldamento globale.

Una bellezza da preservare

Un paradiso, quindi, dall’ecosistema fragile la cui scomparsa devasterebbe la pesca e il turismo, le uniche vere risorse del paese. A Kuda Huraa, dove si dorme in bungalow con piscina costruiti su palafitte o ville affacciate sull’Oceano, il tempo rallenta. Basta poco: una visita al Marine Discovery Center, dove vengono accudite tartarughe di diverse età, bagni e relax tra la spiaggia bianchissima e The Island Spa, un’area incantevole dedicata ai massaggi e raggiungibile con un dhoni, la tipica imbarcazione locale. Accanto alle tartarughe, attenzione costante è prestata anche ai coralli, che a causa dello sconvolgente tsunami del 2004 e poi della corrente calda El Nino sono stati distrutti e sbiancati. Tra le escursioni da fare? Vi consigliamo una gita in barca, dove, con un po’ di fortuna e pazienza, si viene circondati da amichevoli delfini alla luce del tramonto. Uno spettacolo davanti al quale non sorridere è peccato mortale.

Nella riserva Unesco

In idrovolante si arriva in mezz’ora alla seconda proprietà Four Seasons, Landaa Giraavaru,  nell’atollo di Baa. E la meraviglia cresce. Qui le dimensioni dell’isola sono molto più estese, la vegetazione ti avvolge e puoi scoprire piante come la plumeria, detta anche frangipane, i cui fiori profumati e colorati affascinano i sensi. Esclamare “wow” è una delle reazioni più diffuse: basta una passeggiata lungo la distesa di sabbia bianca, ma anche assaggiare un frutto tropicale o anche solo alloggiare in una delle ville con affaccio privato sul mare. Si gira in bicicletta nella natura, davvero incontaminata: a Baa c’è un’oasi tutelata dall’Unesco come riserva mondiale della Biosfera. Il resort ospita il grande Marine Discover Centre, che svolge una vera e propria funzione didattica raccontando il lavoro di biologi e ricercatori a tutela di tartarughe, mante e non solo.
Del pacchetto relax della Spa fanno parte, oltre i massaggi con oli essenziali e pressioni rinvigorenti che si svolgono in mezzo all’oceano, anche lezioni di Anti Gravity Yoga su speciali amache che vi fanno capovolgere come pipistrelli. C’è anche un’area dedicata all’Ayurveda, l’antica scienza indiana per vivere bene e in salute grazie alla combinazione di trattamenti ed esercizio fisico. E alla sera? Si cena mangiando cucina internazionale, che può spaziare dall’italiana a quella thai, saporita e gustosa.

E nell’isola privata

Se tutto questo non vi sembrava abbastanza, c’è di più. Nell’atollo di Baa, vicino a Landaa Giraavaru, c’è un’isola privata con mega villa, sempre marchiata Four Seasons: Private Island at Voavah, per un massimo di 22 persone, alla ricerca privacy e disposte a pagarne le spese nel vero senso della parola.

Non solo resort di lusso

Non perdete, però, l’occasione di un contatto con la realtà locale, popolata da donne minuscole e uomini esili. Sono i silenziosi lavoratori dei grandi marchi degli hotel di lusso. Se infatti i costi delle strutture che vi abbiamo raccontato sono sicuramente alti, sappiate che c’è anche un altro modo per vivere le Maldive, senza dilapidare il conto corrente: potete per esempio scegliere di alloggiare nelle guest house che si trovano sulle isole dei pescatori. Ricordatevi solo che sulle spiagge pubbliche delle Maldive è vietato prendere il sole in costume: siete infatti in un Paese musulmano, quindi assicuratevi che il vostro alloggio abbia una spiaggia privata.

Al villaggio maldiviano

Vicino a Kuda Huraa si trova ad esempio il villaggio di Bodu Huraa, dove è possibile avere uno sguardo sulla vita, vera, locale, tra immense mangrovie, scuole, costruttori navali e pescatori. Camminando tra le modeste case colorate ci si imbatte in botteghe artigiane dove si fabbricano i souvenir venduti a peso d’oro ai turisti, negozietti vari e una moschea. Arrivare qui dopo il lusso dei resort è come uscire da una bolla per incontrare una realtà affascinante, ma estremamente semplice, al limite della miseria, dove le contraddizioni saltano all’occhio. La spinosa questione è stata anche raccontata dal libro Tra i jihadisti delle Maldive (Einaudi, 2017) di Francesca Borro, un saggio utile per approfondire la realtà maldiviana.
Da turisti, però, è innegabile dire che alle Maldive l’occhio si riposa, il corpo si ritempra e il tempo dilata. Che sia una gita in barca su un dhoni per una sessione di pesca nell’Oceano, o una nuotata con snorkeling incluso, alla ricerca di squali balena e pesci colorati. E anche il cibo è una piacevole scoperta, tra speziata cucina thai e un tripudio di pesce. Che scegliate il lusso o una sistemazione più economica, di notte alzate gli occhi verso lo stesso cielo per contemplare una stellata che vi ricorderete per un po’, complice il silenzio e l’aria calda che vi avvolge. E poi, riempitevi lo sguardo di “azzurro Maldive”. Senza filtri, né Photoshop.

 

 

mercoledì 21 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - LAGO DI LEMANO

La Svizzera più romantica: nel Cantone di Vaud, da Losanna alla Vallée de Joux

Fuga a due sul Lago di Lemano. Dolce come un cioccolatino, frizzante come un concerto jazz, romantica come una passeggiata tra neve e baite. Tutto il bello della Svizzera Romanda in un viaggio tra bistrot, borghi, vigneti e ciaspolate.


La dolce Audrey Hepburn qui visse l’ultimo grande amore, con l’attore olandese Robert Wolders, e venne a morire nel 1992 da Los Angeles, su un jet pieno di fiori. Igor Stravinski incrociò Coco Chanel, che si dice fosse stata sua amante a Parigi nei giorni in cui studiava il celeberrimo profumo N.5. Charlie Chaplin e la moglie Oona sono ritratti sorridenti nel Manoir de Ban, a Corsier sur Vevey, oggi museo Chaplin’s World. Altri ospiti di fama: il disegnatore Hugo Pratt e i cantanti Freddy Mercury e David Bowie. Il Duca Bianco nel 1992 sposò la modella Iman Mohamed Abdulmajid nel municipio di Losanna, davanti a quattro persone.

Il cantone di Vaud, sul lago di Ginevra (o Lemano), circondato da vigneti, Alpi imbiancate, antichi borghi e città effervescenti, cuore della Svizzera Romanda che parla francese, evoca grandi amori e anime appassionate. Ne è certa Anna Decoro che, con il marito Amedeo, napoletano come lei, ha trovato una nuova patria a Losanna, dove è Guida del Patrimonio del Cantone: “Le stradine della Cité, la città vecchia, sono piene di scorci romantici: dalla Place de la Palude, con la Fontana della Giustizia e l’orologio murale che ogni ora racconta con suoni e animazioni la storia del cantone, alla Scalinata del mercato, che sale sotto una tettoia alla Cattedrale di Notre Dame, tappa del Cammino di Santiago all’epoca in cui Losanna era città episcopale”. Di fronte alla scalinata coperta, ecco un locale della Losanna di una volta oggi quasi scomparsa: il Café du Grütli, dove assaggiare, tra candele e boiserie, il tradizionale papet vaudois, salsiccia ai cavoli con porri e patate, insieme a un bicchiere di Chasselas, vino bianco, vanto del cantone, perfetto anche per l’aperitivo. Nella chiesa si interroga il futuro studiando i 105 tasselli del rosone, in cui si alternano segni zodiacali e simboli degli elementi naturali e delle arti divinatorie, per poi salire (224 scalini) in cima alla torre campanaria, da cui la vista si apre sulla città, sulle Alpi savoiarde e sul lago.

Tra i vicoli in pendenza del vecchio quartiere Rôtillon, oggi rinnovato da case colorate e sculture dalle sembianze umane e animali, si curiosa tra piccole boutique, botteghe d’artista e vecchi bistrot, come il Café des Artisans. O ci si ripara dal freddo per un pomeriggio iscrivendosi a un minicorso de La Chocolatière, pluripremiato laboratorio artigianale fondato dal maître chocolatier Jean-Claude Currat. Oggi lo dirige Mercedes Assal, padre svizzero, madre del Perù, antica terra del cacao. Si impara a plasmare praline e decorazioni, da provare poi in due. E nella boutique, tutta rinnovata, si fanno acquisti golosi.

Nell’Aquatis, l’acquario-vivaio d’acqua dolce più grande d’Europa, appena aperto, ci si incanta tra le vasche che riproducono, in quasi due milioni di litri d’acqua, 20 ecosistemi: sono 46 tra acquari, rettilari e terrari, con 300 specie vegetali e 10 mila pesci dai cinque continenti. Qui sono già venuti alla luce sei piccoli coccodrilli sacri, a cui sono seguite tre piccole razze di Leopoldo, originarie dei fiumi brasiliani.

“Ma il vero gioiello della riqualificazione di Losanna è il quartiere del Flon”, aggiunge Anna Decoro. Ricavato negli anni Novanta dai depositi ottocenteschi di Ouchy, il porto della città, a lungo inutilizzati, oggi è la zona alternativa della città. Di giorno si fa shopping e, d’inverno, si pattina sulla pista di ghiaccio dell’Esplanade du Flon. La sera si può scegliere uno dei tanti locali o passeggiare tra installazioni luminose, sculture e architetture contemporanee. Nomade è il ristorante del momento, grazie a una cucina creativa che accende con spezie esotiche le ricette locali. La Brasserie de Montbenon ha una location indimenticabile: l’elegante complesso d’inizio Novecento del Casinò, oggi sede di mostre ed eventi.

Si fanno passeggiate tranquille nel borgo di Ouchy, alle spalle delle banchine, sparso di viali alberati e monumentali alberghi liberty come il Beau-Rivage Palace, con i saloni affrescati e un registro degli ospiti firmato da Victor Hugo e Winston Churchill. La città, sede del Cio (Comitato Olimpico Internazionale), ha voluto qui anche il Museo Olimpico, rinnovato pochi anni fa. Un percorso tra video e cimeli dei Giochi moderni ideati dal francese Pierre de Coubertin, morto a Ginevra nel 1937.

Due cuori e una baita nella Vallée de Joux, altopiano nel cuore dei Giura vodesi, a una quarantina di minuti d’auto da Losanna. Qui la neve offre 220 chilometri di percorsi da fondo, 44 di piste per la discesa e altrettanti per le escursioni in ciaspole. Si fila sui pattini dandosi la mano sul lago ghiacciato (la più estesa pista d’Europa), poi ci si riscalda nella brasserie dell’Hotel Bellevue, a Le Rocheray, dove gustare pesce di lago o una fonduta di formaggi locali godendosi dalle vetrate della veranda i colori dell’inverno.

Da Losanna parte anche un percorso slow che si allunga lungo il lago e i vigneti del Lavaux, Patrimonio Unesco dal 2007 a picco sul blu. Si prosegue fino a Vevey, con la Grand Place dove ogni due anni (la prossima sarà nel 2019) si tiene la Festa dei vignaioli, o fino a Montreux, famosa per il Jazz Festival di luglio. Scoperta da Lord Byron a inizio Ottocento, la città è da allora rifugio di artisti e popstar. Qui i Deep Purple composero l’inno hard-rock Smoke on the water e i Queen registrarono Jazz e altri album capolavoro negli studi dentro il Casinò, oggi museo. A omaggiare il leader della band, Freddy Mercury, c’è una statua sul lago.
Il finale perfetto? Nelle grandi piscine di Lavey-les-Bains, cullandosi al tramonto nell’acqua termale più calda della Svizzera, davanti alle cime imbiancate del Dents du Midi e del Dents de Morcles.

 

lunedì 19 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - TREVISO

Treviso in bicicletta tra mostre, canali e trattorie

A pedali seguendo i corsi d'acqua, perdendosi tra vicoli medievali e case dipinte. Con soste in trattorie per assaggiare i piatti della tradizione. Un weekend dal centro storico ai borghi della provincia premiata per la qualità della vita, la sicurezza e l'attenzione alle due ruote. Dove il 2018 è all'insegna di grandi mostre, restauri e novità

 

 

Si potrebbero citare i numeri. La provincia trevigiana è sesta in Italia per la qualità della vita secondo la classifica stilata ogni anno da Italia Oggi con l’università La Sapienza di Roma (con un salto di 14 posizioni sul 2016), la prima alla voce sicurezza. Sempre per il benessere, Treviso è diciannovesima nel report annuale de Il Sole 24, la decima alla voce “sportività”, che considera parametri come il numero di tesserati Coni e le società sportive. Ma il modo migliore per capire quest’isola felice a tre ore da Milano e mezza da Venezia, tra le dieci città finaliste in lizza per aggiudicarsi il titolo di Capitale italiana della Cultura 2020 (ha poi vinto Parma, ndr), è girarla tutta. Dal centro ai borghi più vicini sul fiume Sile. In un anno che si annuncia fitto di appuntamenti d’arte. Come? A pedali naturalmente, magari con le bici di TVBike. Perché un trevigiano su cinque si sposta così secondo il rapporto Ecosistema urbano 2017 di Legambiente. Ed è un altro primato.

LE MOSTRE DA NON PERDERE A TREVISO

Da un sellino si capisce anche perché questa fosse chiamata Urbs Picta, la città dipinta. Tra fregi, santi, cavalieri e paesaggi trompe-l’oeil , sono 475 le facciate affrescate dentro la cerchia muraria, appena censite dalla trevigiana Fondazione Benetton Studi e Ricerche, che le racconta nel volume Treviso urbs picta e con un’app di geolocalizzazione pronta entro i primi mesi dell’anno.
Passato e futuro s’incontrano anche nella chiesa di San Teonisto, che ospita fino a maggio Musica Antica in Casa Cozzi, cartellone di interpreti dei suoni dei secoli passati da tutta l’Europa. Come il quartetto vocale iberico Cantoria, che il prossimo 24 febbraio celebra la musica del Siglo de Oro, il periodo fra XVI e XVII secolo (per tutti gli appuntamenti: almamusica433.it).
Alcune delle preziose opere d’arte custodite per secoli in San Teonisto sono ora al Museo di Santa Caterina. Qui, dal 24 febbraio al 3 giugno, è allestita la mostra che chiude le celebrazioni internazionali per i cento anni dalla morte di Auguste Rodin, genio parigino della scultura, con 30 opere su carta e 50 sculture di culto, fra cui Il Bacio, Il Pensatore o il Monumento a Balzac. Marmi e bronzi anche nelle sale del Museo Bailo, più moderno e luminoso dopo la ristrutturazione pensata per la collezione di Arturo Martini, gloria locale ai vertici dell’arte del Novecento. In città c’è anche Andy Warhol, con una mostra a Ca’ de Carraresi che espone, fino al 5 maggio, 40 opere della star della Pop art.
Tra portici e canali si arriva al Duomo e all’antico Carcere asburgico, da primavera sede del progetto Imago Mundi, incentrato sulle opere che l’imprenditore Luciano Benetton ha raccolto nei suoi viaggi e commissionato a oltre 24 mila artisti di oltre 140 Paesi. Tutti hanno lavorato gratuitamente, con un solo vincolo: il formato 10 per 12 centimetri, perché “piccolo è bello”.

DOVE DORMIRE A TREVISO: I B&B DI CHARME

Sembra essere proprio questa la cifra della città, ammirando i vicoli medievali e i palazzi storici trasformati in b&b di charme. Come Domus Dotti, scelta per l’eleganza degli interni come set di Noi eravamo, il film di Leonardo Tiberi sulla Grande Guerra uscito lo scorso maggio. Le Convertite, arredata dall’architetto Silvio Stefani con tanto legno massiccio e letti a baldacchino, appare invece in Finché c’è Prosecco c’è speranza, sempre del 2017, con Antonio Padovan come regista e Giuseppe Battiston fra gli interpreti. Un giallo di provincia tra vigne e segreti familiari, il cui vero protagonista è proprio il vino, anima della città. Si incontra al meglio, genuino e frizzante, parcheggiando la bici al Botegon, tempio del cicchetto con qualche sfizio della tradizione come le lumachine (i bogoi), le frittelle di fiori d’acacia e le rane fritte.

ACQUISTI GOLOSI E TRATTORIE TIPICHE

Per sapere tutto sull’area di produzione del Prosecco, il metodo, i grandi e piccoli produttori, ci sono Carla e Carlo dell’enoteca Abbiati vini e spiriti. Altri gustosi souvenir si acquistano da Fermi: bigoli, pasta lunga da condire con salsa di acciughe salate e cipollina fresca, e barattoli di radicchio rosso di Treviso Igp Tardivo, raccolto a novembre, lavato in acqua di risorgiva per 15 giorni, fatto germogliare e messo sott’olio.
Questa gloria locale abbonda nella cucina di Arman, tra le ultime osterie classiche trevigiane, che cambia menu ogni stagione e colora risotti, ravioli e tortelli con ingredienti naturali. Per dolce il tiramisù, naturalmente: da ordinare quello dei maestri pasticcieri della caffetteria Nascimben. Sono diversi gli storici della gastronomia che situano in città, alla fine degli anni Sessanta, al ristorante Alle Beccherie, la nascita di questo dessert, celebrato a novembre anche da una World Cup.

IN BICICLETTA NEL PARCO DEL SILE

Per smaltirlo si imbocca la GiraSile, ciclabile di 125 chilometri nel Parco Naturale Regionale del Sile. Tra i tour consigliati, i dieci chilometri della Treviso-Ostiglia, lungo l’ex ferrovia, e i 35 delle antiche Restere. “Si pedala sulle strade arginali usate un tempo dai buoi per tirare i burci, le barche da trasporto dal fondo piatto”, spiega Francesco Redi, coordinatore del progetto Sile, Oasi d’acque e di sapori. Negli anni Sessanta, con l’arrivo dei Tir, le barche finirono nel Cimitero dei burci di Casier, dove oggi si scorgono sul fondo del fiume.
Sempre senza allontanarsi dall’acqua, verso est si incontrano i Mulini di Quinto, tra i pochi sopravvissuti degli impianti che macinavano il grano dei nobili veneziani, la piazza del porto di Casier, tra bosco e fiume, e i 130 archi della Rotonda di Badoere, che un tempo ospitava artigiani e mercanti. “In cinque ore, senza tirare, si arriva al mare”, spiega Sara Folegotto, di Movete, noleggio bici nel paesino di Silea. “Consiglio la mattina presto per godersi i più bei paesaggi tra Treviso e Casale, i borghi, le valli di pesca per l’itticultura e il colpo d’occhio della Laguna di Jesolo, dove si specchiano i fenicotteri rosa, soprattutto da aprile in poi. Un bel premio per tornare a Treviso felici e contenti”.




 

giovedì 15 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - COSTA RICA

Costa Rica: cose da sapere prima di partire

Alla scoperta della natura selvaggia del paese più felice della terra che ospita una delle maggiori biodiversità del pianeta

 

Il verde rigoglioso, le spiagge da cartolina, meravigliosi paesaggi incontaminati, foreste ed animali in totale libertà: basta questo a fare del Costa Rica il paese più felice del mondo, complice la sua gente sempre allegra e sorridente, che vive bene con quello che ha grazie anche al buon rapporto qualità prezzo, al fatto che non esiste analfabetismo, che tutti sono in grado di iscriversi all’università e parlano perfettamente spagnolo e inglese. Davvero tutto un altro mondo, dove non c’è lo status symbol e non esiste cattiveria: non è un caso che il saluto più comune da queste parti sia “Pura Vida!”.

DA NON PERDERE 

Il Costa Rica è una nazione con una delle maggiori biodiversità del mondo, habitat di numerose specie animali e vegetali, grandi e piccole. Nel Tortuguero, una delle aree con maggior varietà biologica, si possono incontrare tantissimi animali come scimmie, coccodrilli, bradipi, iguane, pappagalli, tucani e moltissimi altri, oltre a vedere le tartarughe mentre depositano le uova sulla spiaggia. Parco Manuel Antonio è il più piccolo tra le riserve naturali ma il più famoso perché permette di camminare sulla spiaggia avendo la foresta sullo sfondo: ospita una vegetazione lussureggiante e la spiaggia è di sabbia bianca lambita dal classico mare blu. Parco Braulio Carrillo si caratterizza per la sua posizione: si trova infatti in quota in un area umida e ha due vulcani estinti, il Cacho Negro, dalla classica forma conica, ed il Barva che arriva quasi a toccare i 3000 metri. E’ uno dei parchi più visitati del Costa Rica dove si possono ammirare vari tipi di animali. 150 specie di mammiferi e 350 uccelli sono ospitate nel Parco Arenal, un vulcano attivo alto poco più di 1600 metri, dove talvolta si può assistere alle colate di lava rossa che scendono dalle sue pendici. Per chi ama le spiagge tra le più belle si trovano nella Penisola di Nicoya: sfilano Playa del Coco, Playa Flamingo, Playa Tamarindo, Playa Hermosa, Playa Junquillal, Playa Conchal. Tra le località più incantevoli di questa penisola ci sono: Samara, Paraiso, Montezuma, Manzanillo  e Playa Tambor La Paz Waterfall, le cascate più imponente del Costa Rica con i loro 5 balzi che variano dai 25 metri ai 40 metri. Da non perdere è il suggestivo Mariposario con farfalle di tutti i colori e centinaia di colibrì. A San Josè, la capitale, spicca il Museo Nazionale del Costa Rica, che ospita numerose sezioni che riguardano in particolare la storia e le usanze. La città, oltre ai musei, è ricca bellissimi parchi e siti storici ed ovunque si respira un’atmosfera cosmopolita. 

COSA PORTARE 

Bisogna vestirsi a strati per un viaggio in Costa Rica a seconda dei luoghi che si intendono visitare. A San José vanno bene tutto l'anno vestiti leggeri, una felpa o maglione per la sera e da maggio a novembre bisogna prevedere impermeabile o ombrello. Per le pianure e le coste vestiti ancora più leggeri e una felpa con impermeabile leggero durante la stagione delle piogge  vestiti leggerissimi; nella stagione delle piogge, una felpa leggera e un impermeabile leggero per i temporali. Per chi ama il trekking in alta montagna non può scordarsi vestiti caldi giacca a vento e scarpe da trekking.
 

CURIOSITA’ 

Nella seconda metà dell’Ottocento lo sviluppo urbano di San Josè fu notevole: le strade furono ampliate e furono costruiti palazzi moderni, alberghi, banche, edifici pubblici e teatri. Furono iniziate le costruzioni della rete fognaria, di quella tramviaria, telegrafica e dell’illuminazione pubblica. Nel quartiere di Arajuez fu inaugurata le prima centrale idroelettrica, che permise di collocare i primi lampioni per illuminare il centro della città. La capitale del Costa Rica, infatti, è stata la terza città del mondo, dopo New York e Parigi, e la prima nell’America Latina a essere illuminata con l’energia elettrica.

martedì 13 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - ARUBA

Vacanza ad Aruba

Spiagge bianche e acque cristalline, sono elementi essenziali per rigenerarsi. Ma per chi non riesce a rinunciare alla sua dose di sport e adrenalina neanche in vacanza, Aruba ha molto da offrire: immersioni, windsurf, kitesurf, paracadute ascensionale, sci d’acqua. Potete fare una partita di golf, una passeggiata a cavallo, fare un tour dell’isola o fare un’escursione all’interno dell’Arikok National Park e scoprire così il fascino naturale che l’isola offre. Potete fare shopping fino allo sfinimento, divertivi nei fantastici ristoranti e locali notturni. E infine, espandete i vostri orizzonti culturali concedendovi una visita in uno dei tanti musei e gallerie d’arte, e non dimenticatevi i due appuntamenti settimanali il Bon Bini e il Carubbian Festival.

 

Informazioni di Viaggio

Stai sognando giornate di sole e dolce far niente, la sabbia color avorio, la brezza tropicale, le palme ondeggianti, le acque turchesi dei Caraibi, una sdraio con il tuo nome sopra? Basta prenotare e fare la valigia, il paradiso ti sta aspettando! Ci sono molti di voli diretti che collegano Aruba; trova la rotta aerea più comoda. Anche una sosta di un solo giorno all’interno di una crociera vi lascerà Aruba nel cuore. Assicuratevi di avere i documenti necessari controllando i requisiti per l’ingresso e poi siete pronti. Con tutte le meraviglie che Aruba ha da offrirvi questa sarà la vostra vacanza più bella!

Telefoni Cellulari

Il vostro telefono cellulare funzionerà senza problemi ma è sempre consigliato controllare in anticipo i costi del roaming. E’ possibile affittare un telefono

Acqua Potabile

L’acqua di Aruba raggiunge i più alti livelli di qualità richiesti dalla World Health Organization ed è depurata nell'impianto di desalinizzazione dell'Isola, che è il secondo più grande al mondo. L’acqua potabile sgorga direttamente dal rubinetto su tutta l’Isola.

Accesso a Internet

Il WI-FI è disponibile nella maggior parte delle aree comuni e nelle camere degli hotel. Sull’isola si trovano anche molti “hot spots”. Per ulteriori informazioni, si prega di consultare la pagina del profilo del vostro resort.

Servizi Sanitari

Contattate la reception dell'hotel per informazioni mediche e di assistenza.
Prescrizioni - Assicuratevi di portare con voi le medicine che potrebbero essere necessarie. In caso contrario potrete prendere un appuntamento con un medico locale che vi fornirà una prescrizione medica per il farmaco di cui avete bisogno o di uno equivalente se questo non fosse disponibile.
Ospedale - Abbiamo un ospedale di prim'ordine a pochi minuti dalla zona alberghiera e tutti gli alberghi hanno un medico di guardia 24 ore su 24, 7 giorni su 7.


Cosa Fare ad Aruba

Ad Aruba potete abbandonarvi al dolce far nulla oppure scegliere tra le tantissime attività che vi occuperanno l’intera giornata! Un tuffo in acqua, un po’ di surf, kitesurf o windusrf, snorkeling, immersioni, beach tennis, potete organizzare una crociera, una giornata di golf o un’uscita di pesca d’altura…Aruba offre una grande varietà di attrazioni e attività!
Potete affittare un fuoristrada ed esplorare i meravigliosi scenari dell’entroterra  e della selvaggia costa nord est dell’isola, ma potete anche decidere di trascorrere un’intera giornata sdraiati sulla sabbia baciati dal sole o ritrovare il vostro equilibrio con un rilassante trattamento in una delle nostre bellissime Spa.


Spiagge

Oltre alle famose acque turchesi dei Caraibi, le spiagge di Aruba offrono vaste distese ombreggiate, angoli appartati, e anche diversi spot dove praticare sport acquatici. Lungo i famosi 11 km di spiagge bianche della costa occidentale troverete, oltre alla maggior parte dei resort e degli alberghi, la possibilità di praticare tutti gli sport acquatici, tra cui snorkeling, kite surf, sci d'acqua, tubi, para-sailing, stand up paddle-boarding.
Al contrario, le spiagge lungo la costa orientale si trovano in un’area molto più appartata e selvaggia. Ci sono grotte scavate, insenature formate dalle onde battenti, fenomeni naturali unici e piste sterrate e disconnesse. A causa della forte risacca e delle onde che si infrangono sugli scogli, il nuoto qui è fortemente sconsigliato. Entrambe le coste offrono viste spettacolari. Tutte le spiagge di Aruba sono pubbliche e libere.

Vita Notturna

Di notte, la tranquilla e rilassante Isola di Aruba si trasforma: i turisti si mescolano con la gente del posto nelle decine di locali sulla spiaggia e lungo la costa dal centro di Oranjestad fino alla fine di Palm Beach.
Nella zona dei grandi Hotel e del centro della città potrete trovare locali alla moda, nightclub, karaoke e martini bar, bistrot di lusso e pubs dove bere una rinfrescante birra.
Dodici resort con casinò offrono la possibilità di giocare già dal mattino, musica dal vivo e un ambiente emozionante.




venerdì 9 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - ROMANTISCHE STRASSE

Romantische Strasse: tutte le tappe lungo la strada più famosa della Baviera

Dalla cittadina di Füssen, incorniciata dalle Alpi bavaresi, a Würzburg, nell'armoniosa valle del Meno: circa 400 chilometri lungo la Strada romantica, per ammirare i paesaggi più affascinanti della Germania. Un itinerario ricco di storia, tra paesini pittoreschi, monumenti antichi e castelli. Primo tra tutti, Neuschwanstein, che ha ispirato la “La bella addormentata nel bosco” di Walt Disney

 

Non c’è strada troppo lunga per chi cammina lentamente e senza fretta; non ci sono mete troppo lontane per chi si prepara ad esse con la pazienza.” Un aforisma, questo dello scrittore francese  Jean de La Bruyère, che calza a pennello per il più famoso itinerario turistico della Germania: la Romantische Strasse. Dall’imponente panorama delle Alpi bavaresi nei pressi della cittadina di Füssen, punto di partenza per chi proviene da sud, all’armoniosa valle del Meno che circonda Würzburg. Circa 400 chilometri da percorrere in tutto relax, per godersi i magnifici paesaggi naturali e le suggestive località che s’incontrano lungo il percorso.
La perfetta segnaletica lungo la Strada la rende percorribile, a seconda delle stagioni e dei gusti personali, sia in auto sia in bicicletta, mentre, per gli amanti del trekking, sono a disposizione sentieri escursionistici. E, per i più pigri, non ci sono scuse! Da maggio ad ottobre, infatti, è attivo un servizio di bus con la formula hop on hop off con mappa ed audioguida incluse.

 

ROMANTISCHE STRASSE: PRIMA TAPPA, FÜSSEN

In ogni caso, qualunque sia il mezzo di locomozione, il fascino della Romantische Strasse non cambia e, attraverso scenari mozzafiato, natura incontaminata, città medievali e castelli da fiaba, cominciamo la nostra passeggiata dalla città bavarese di Füssen. Con il suo caratteristico centro storico dalle case con i tetti spioventi, Füssen è nota per l’Hohes Schloss (Castello Alto), uno dei più antichi e meglio conservati complessi architettonici dell’era tardo gotica. Da non perdere assolutamente, nel convento benedettino di San Magno, la famosa danza macabra. Un affresco di Jakob Hiebeler risalente al 1602 e raffigurante la Morte mentre porta via con sé persone di tutti i ceti, perché nessuno può sottrarsi alla danza dell’ultima ora. Una passeggiata tra i vicoli della zona pedonale per acquistare qualche souvenir e poi si parte alla volta dei vicini castelli di Neuschwanstein e Hohenschwangau.

SECONDA TAPPA: I CASTELLI NEUSCHWANSTEIN E HOHENSCHWANGAU

Dall’alto dei suoi mille metri, il Castello di Neuschwanstein mette quasi soggezione. Rifugio tanto amato da Ludovico II di Baviera, che lo fece costruire interamente a sue spese, alla fine del XIX secolo, Neuschwanstein è uno dei simboli della Germania ed è stato utilizzato come modello da Walt Disney per molti dei castelli che appaiono nei suoi film d’animazione. Ma questa storica dimora fiabesca, nasconde al suo interno delle comodità super tecnologiche per l’epoca, come per esempio un sistema di riscaldamento ad aria, acqua corrente a tutti i piani, sciacquoni automatici nei bagni, montacarichi per il trasporto dei pasti ed addirittura, un sistema di campanelli elettrici con i quali il re chiamava la servitù.
Esattamente di fronte a Neuschwanstein, si erge maestoso l’altro castello di Ludovico II, quello di Hohenschwangau. Qui il sovrano bavarese trascorse buona parte della sua giovinezza, ospitando più volte il musicista Richard Wagner al quale era legato da profonda amicizia. Nella camera musicale del re, infatti, è tuttora conservato il pianoforte in legno d’acero che Wagner utilizzava per una serie di concerti riservati solo a Sua Maestà.
Proseguendo lungo la Romantische Strasse, si avvista una chiesa dalla forma ovale che si trova nel comune di Steingaden. Si tratta della Wieskirche, un  santuario in stile rococò risalente alla metà del 1700, divenuto negli anni un’importante meta di pellegrinaggio, dopo che alcuni fedeli sostennero di aver visto delle lacrime su una statua raffigurante il Cristo flagellato. Nel 1983 la chiesa è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

ROMANTISCHE STRASSE: TERZA TAPPA, LANDSBERG E AUGSBURG

La sosta successiva è Landsberg, un pittoresco borgo sulle rive del fiume Lech, che ci accoglie nel suo centro storico ricco di edifici in stile rococò, attraverso la quattrocentesca porta monumentale, la Bayertor. La cittadina ebbe un’improvvisa ed involontaria notorietà quando Adolf Hitler,  in seguito al fallito Putsch di Monaco del ’23, venne rinchiuso nelle locali prigioni dove cominciò a scrivere il Mein Kampf.
Prima di lasciare Landsberg, si fa tappa alla Mutterturm (Torre della madre), un complesso in stile medievale fatto erigere dal pittore Hubert von Herkomer a fine ‘800 in onore della sua amata mamma.
Dopo una quarantina di chilometri percorsi tra lussureggianti vigneti, si giunga ad Augsburg (Augusta), la terza città più grande della Baviera dopo Monaco e Norimberga. Qui, al numero 30 della Frauentorstraße, si può visitare la Mozarthaus dove, il 14 novembre 1719, nacque Leopold Mozart, padre del grande Amadeus. Una delle maggiori attrattive della città, ed anche la più originale, è sicuramente la Fuggerei. Si tratta di un quartiere, nato dalla volontà del banchiere tedesco Jakob Fugger e costruito a partire dal 1516, che ospitava gli abitanti cattolici ed indigenti della città. Ancora oggi ci sono 142 appartamenti distribuiti in 67 case a due piani e l’affitto simbolico è di 88 centesimi al mese più 3 preghiere al giorno e qualche piccolo servizio per la comunità.

ROMANTISCHE STRASSE: QUARTA TAPPA, DINKELSBÜHL

Lasciata Augsburg, metà del tragitto è stato percorso. Davanti, aspetta Dinkelsbühl, che ha conservato intatta la cinta muraria medievale, con le sue 16 torri e le 4 porte. Nel cuore del paese vi è la chiesa di St. Georg, dal cui portale, alle 21 (tutti i giorni da Pasqua ad ottobre ed ogni sabato da novembre a Pasqua), il guardiano notturno, in costume d’epoca, inizia la sua ronda accompagnando i turisti per le vie nascoste e raccontando loro curiosi aneddoti.
È difficile fare una scelta tra le numerose cittadine che si susseguono lungo la Romantische Strasse, ma Rothenburg ob der Tauber è un gioiello dell’arte medievale che vale la pena scoprire. La sua strada principale, la Herrngasse (Via dei Signori), è costellata da eleganti abitazioni con facciate in diversi stili e colori, balconi ricchi di fiori e molti negozi, tra cui quello della famiglia Wohlfahrt. Conosciuto in tutto il mondo, questo fantastico negozio di giocattoli ed articoli natalizi fu fondato nel 1977 e conta diverse filiali anche all’estero. Attenzione, una volta entrati è facile perderete la cognizione del tempo. Un’altra attrazione di Rothenburg è la Meistertrunk (Bevuta del Borgomastro), una grande manifestazione folcloristica che rievoca un episodio occorso durante la Guerra dei Trent’anni, Viene rievocato ogni anno nel periodo di Pentecoste, quest’anno dal 18 al 21 maggio 2018.

ULTIMA TAPPA AL CASTELLO DI WEIKERSHEIM E A WÜRZBURG

Il viaggio sulla Romantische Strasse volge quasi al termine, non prima però di aver fatto tappa al Castello di Weikersheim, una meraviglia rinascimentale e residenza principale del Conte Wolfgang II. Il giardino barocco, di raffinata eleganza, è ricco di statue raffiguranti le stagioni, gli elementi, i pianeti e le divinità, oltre ad essere popolato anche da un seguito di nani. Una scelta alquanto bizzarra, ma di sicuro impatto scenografico.
Infine, si prosegue verso la città vescovile di Würzburg, sede anche di una prestigiosa università, dove si conclude il nostro tour lungo la Romantische Strasse. Würzburg è conosciuta soprattutto per la monumentale Residenz, la residenza dei principi-vescovi, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Qui è conservato il celebre affresco del pittore veneziano Giambattista Tiepolo, Omaggio del mondo al principe vescovo, che si trova sulla volta del sontuoso scalone d’onore. Un capolavoro che chiude il viaggio in bellezza.




 

mercoledì 7 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - ITINERIARIO ENOGASTRONOMICO TOSCANO

Un itinerario alla scoperta dei vini e degli oli toscani




La Toscana è una terra famosa in tutto il mondo per i propri prodotti tipici enogastronomici che ne hanno condizionato direttamente storia, cultura e paesaggi.
Non c'è dunque forse luogo migliore della Toscana per intraprendere una vacanza enogastronomica che sarà occasione per conoscere la vera anima di questa regione visitandone gli incantevoli borghi medievali e di alto interesse storico-culturale e assaporando i sapori dei suoi prodotti tipici.

Quando si parla di Toscana la prima cosa che viene in mente è forse il buon vino. La regione del Chianti è la culla di questo omonimo vino famoso ed apprezzato in tutto il mondo. Sono tantissimi i borghi che si alternano tra le verdi e meravigliose colline chiantigiane.
Ad esempio Castellina in Chianti è un incantevole borgo di origine etrusca posizionato tra la via che collega Firenze a Siena. Proprio per la sua posizione la città fu in passato un importante avamposto strategico e fu distrutta e ricostruita diverse volte. Arroccato su una collina il borgo conserva ancora parte delle mura fortificate che ne testimoniano la storia e dalle feritoie di queste mura è possibile ammirare paesaggi mozzafiato.

All'interno di uno dei palazzi più importanti di Castellina, Palazzo Squarcialupi, si trova l'Enoteca antiquaria, un importantissimo archivio storico che raccogliendo vini da oltre 100 anni documenta la conservazione e le caratteristiche originali del Chianti Classico.
Montepulciano ha dato origine ad un altro vino d'eccellenza toscano: il Montepulciano di Siena. Posto su una collina di 600 metri d'altitudine il borgo è cinto da tre cerchie di mura medievali databili intorno al 1300.

Nel centro sono tanti i palazzi nobiliari di interesse storico-artistico come il Museo Civico o palazzo Buccelli, il palazzo Comunale ed i numerosi palazzi progettati dal celebre architetto Antonio di Sangallo. Meritano inoltre una visita la Fortezza duecentesca e la torre di Pulcinella così chiamata perché caratterizzata da una figura rappresentante la famosa maschera carnevalesca.
Intorno a Montepulciano si trovano diverse cantine che offrono percorsi di visite e degustazioni, nelle quali si potranno scoprire tutti i segreti del vino Montepulciano di Siena, come la Cantina Contucci e la Cantina del Redi.

L'altra eccellenza della gastronomia di questa regione è costituita dall'olio toscano.
La Garfagnana è sicuramente una delle zone di questa regione che è particolarmente legata alla produzione di olio extravergine d'oliva.

Merita sicuramente una visita il Borgo di Castiglione di Garfagnana ritenuto uno dei più belli d'Italia. Sovrastato da una rocca medievale costruita verso il 1100 e cinto da possenti mura dotate di un camminamento di ronda e che si snodano per ben 750 metri. Di grande interesse la Chiesa di San Pietro del 723 d.C e la Chiesa di San Michele, di epoca romanica, particolarmente suggestiva per la sua facciata in stile gotico realizzata in pietra grigia e marmo rosso.

Sono numerose le botteghe che offrono a Castiglione vendita ed assaggi dell'olio extravergine d'oliva toscano da assaporare per ristorarsi dopo la visita del borgo.

Infine vi consigliamo di recarvi a Casatelfalfi, un incantevole borgo medievale a poco più di un'ora da Firenze. Il borgo, che è stato scelto anche da Roberto Benigni per girare il suo Pinocchio è immerso in una grande e meravigliosa tenuta. Qui potrete conoscere tutti i segreti della produzione dell'olio toscano e della frangitura delle olive con visite guidate agli oliveti nei quali sono coltivate le varietà tipiche della Toscana Centrale ovvero Frantoio, Moraiolo, Leccino e Pendolino. Nella tenuta è possibile inoltre visitare il Frantoio di Castelfalfi - nel quale sono spremute le olive di oltre 400 piccoli produttori della zona - ed osservare l'intero processo di molitura.

lunedì 5 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - SANTA CATERINA VALFURVA

Santa Caterina Valfurva, il bello dello sci a 3.000 metri

Sci alpino, di fondo, con la tavola. E poi: arrampicate sul ghiaccio, pattinaggio o passeggiate con le ciaspole. Nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, la località valtellinese offre una vacanza invernale a 360 gradi per gli amanti dello sport e della natura incontaminata. Da godersi in un esclusivo lodge in alta quota, costruito in pietra locale e abeti “kelo”. Un vero angolo di Lapponia in mezzo alle Alpi

 

Santa Caterina Valfurva, o “Santa” come la chiamano i locali, in Alta Valtellina, è l’ultimo centro che si incontra risalendo la vallata da Bormio dopo quelli di Uzza, San Nicolò, Madonna dei Monti, Sant’Antonio e San Gottardo. Siamo nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, a circa quattro ore di macchina da Milano. Il borgo, arroccato a 1.738 metri di altezzaconta poco più di duecento anime ma ha dato i natali a grandi personaggi dello sport, famosi ben al di là del ristretto ambito alpinistico: Achille Compagnoni, il primo sul K2; Deborah Compagnoni, campionessa olimpionica, e Marco Confortola, l’uomo degli 8.000 (ne ha conquistati ben dieci). La Ski Area di Santa Caterina – si scia da novembre a fine aprile – è un gioiello ancora grezzo nella grande industria dello sci, e per questo è meta ideale per chi cerca un’oasi di pace e serenità che non conosce frenesia ma solo passione per la montagna. Vanta 35 km di piste che arrivano fino a circa 2.900 metri sui pendii del monte Sobretta e una decina di impianti di risalita, tra cui la comoda cabinovia che dal paese permette di raggiungere la Valle dell’Alpe anche ai non sciatori. La località, infatti, è particolarmente apprezzata dalle famiglie.

La “nera” più conosciuta (5 km) è certamente la “Compagnoni”, inaugurata tredici anni fa in occasione dei Mondiali di sci, da gustarsi anche di notte grazie all’impianto di illuminazione. Il comprensorio si sviluppa tra Santa Caterina, Bormio e Cima Piazzi-San Colombano

Per chi invece vuole immergersi totalmente nella natura, l’ideale è dedicarsi alle escursioni a piedi o con le ciaspole. Per una passeggiata in mezzo alla natura sono disponibili ben otto itinerari ottimamente segnalati, alcuni dei quali percorribili in totale autonomia. A valle, gli appassionati dello sci di fondo troveranno diversi anelli, grandi e piccoli, che si inoltrano per 15 chilometri tra folti boschi e ampie piane, e la pista di pattinaggio, dove muovere i primi passi oppure cimentarsi in spettacolari volteggi. Qui, a “Santa”, arrivano soprattutto sciatori dalle vallate vicine, ma sempre di più sono anche i turisti da oltre confine: svizzeri, tedeschi e inglesi.

In tema di ospitalità, fiore all’occhiello della zona è il rifugio Sunny Valley Kelo Mountain Lodge al centro della soleggiata Valle dell’Alpe, a 2.775 metri. Circondato dalle vette del Costa Sobretta (2.800 m), del Pizzo Tresero (3.601 m), del Corno dei Tre Signori (3.360 m) e, in lontananza, del Cevedale e del Gran Zebrù, lo chalet romantico si raggiunge con la cabinovia che parte da Santa Caterina Valfurva. La particolarità di questa struttura? È interamente costruita in pietra locale e abeti di origine lappone, chiamati “Kelo”, essiccati naturalmente al termine di un ciclo vitale di circa duecento anni. È stata realizzata da due squadre di carpentieri e artigiani: una valtellinese e una sami. Con i tronchi arrivati direttamente dalla Finlandia. 

Il progetto, iniziato dieci anni fa dal patron Beppe Bonseri, “rifugista” che non passa certo inosservato (cercatelo tra i tavoli e vi delizierà con la storia di questa struttura), è diventato oggi un raffinato mountain lodge con undici suite che affacciano su montagne differenti (e che danno il nome alle camere). Il “Sunny” è anche eco e uno dei pochi “ski in-ski out hotel”, dove l’ospite può uscire con gli scarponi ai piedi, agganciare gli sci e accedere direttamente agli impianti di risalita o lanciarsi in elettrizzanti discese. 

Questo angolo di Lapponia in mezzo alle Alpi offre inoltre un’area “snow wellness” con una particolare “sauna kelo (la più alta del mondo); una serie di suggestivi igloo per l’après-ski (o per trascorrere la notte – con letto e sacchi riscaldati), un bistrot e steak house e un ristorante gourmet dove l’esperienza culinaria locale fatta di formaggi, pizzoccheri, sciatt e polenta cotta sul fuoco sfiora quella stella­ta. 


 

 

giovedì 1 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - A CACCIA DI AURORE BOREALI CON HURTIGRUTEN

Vivi la magia dell’inverno artico con Hurtigruten

Parti per un viaggio di 5 giorni alla ricerca delle misteriose luci del nord. Naviga attraverso le splendide isole Vesterålen e Lofoten e sosta in città incantevoli come Bergen, Tromsø, Ålesund e Trondheim.

 

Aurora boreale garantita

Una crociera invernale con Hurtigruten offre una delle migliori opportunità di vedere aurora boreale. Infatti, le probabilità di vedere questo fenomeno sono così alte che c'è la garanzia di avvistamento nei viaggi di 12 giorni tra ottobre e febbraio.
Se l'aurora boreale non dovesse farsi vedere, si riceve in omaggio una crociera classica di 6 o 7 giorni con mezza pensione. La garanzia di avvistamento e gli oltre 1.000 chilometri di coste frastagliate sono davvero una combinazione ineguagliabile.

Cos'è l'aurora boreale?

L'aurora boreale è un fenomeno naturale che si verifica quando il vento solare è più forte del normale e le particelle caricate elettricamente vengono lanciate dal sole verso la Terra. Questi elettroni e protoni formano una luce magica scontrandosi con i gas dell'atmosfera terrestre.
La radiazione elettromagnetica crea un nastro ondulato di luce che varia in forma, intensità e colori che vanno dal verde al blu scuro, al giallo, al rosso e all'arancione.

Cucina costiera della Norvegia

Mentre ci si prepara per passare la notte in cabina, dopo un incredibile incontro ravvicinato con l'aurora boreale sul ponte, i pescatori locali nelle Vesterålen stanno preparando le loro barche per andare a pesca: Salmerino alpino.
Essi cercano nelle profondità dell'oceano Artico e nei canali vicino agli estuari di acqua dolce, dove le condizioni per la pesca sono perfette. Il pomeriggio successivo, il ristorante a bordo servirà il più fresco salmerino selvaggio che tu abbia mai assaggiato. Dalla rete al piatto.
Fuori dalla finestra, lo scenario naturale dell'aspra costa norvegese scorre via. Ti stai avvicinando alla prossima sorpresa e ad un'altra opportunità di gustare le deliziose specialità locali.
Hurtigruten fa scalo in 34 porti lungo la costa settentrionale della Norvegia, e ciascuno di essi aggiunge degli ingredienti locali al tuo viaggio culinario.

Vieni “A caccia delle luci del nord”

Partecipa a un spedizione invernale lungo la bellissima costa della Norvegia, a caccia della luce artica. Navigherai sulla scia del fondatore di Hurtigruten, il capitano Richard With, attraversando il circolo polare artico e oltrepassando il 71° parallelo nord.
Un viaggio con Hurtigruten in questo periodo dell’anno è un’esperienza memorabile per il continuo mutare dei paesaggi, delle condizioni atmosferiche e delle luci. Proprio la bellezza delle luci è una delle attrattive principali della navigazione invernale. Durante l’inverno il sole resta basso sull’orizzonte mentre, a nord del Circolo polare artico, rimane proprio al di sotto dell’orizzonte per diverse settimane creando meravigliose tonalità di colore nel cielo, con sfumature dal blu al viola al giallo.
Ma il momento clou per molti è, naturalmente, l'arrivo delle maestose luci del nord. Questo fenomeno affascina da secoli visitatori, artisti e scienziati di tutto il mondo.
Il viaggio parte a Bergen. Una volta attraversato il circolo polare artico, inizia la caccia all'aurora boreale. Sulla rotta verso nord, si svolgeranno interessanti si svolgeranno e saranno organizzate attività sia a bordo che a terra per aiutarti farti conoscere meglio la cultura e la storia locale.

Tour in motoslitta nella notte polare

Le crociere Hurtigruten ti offrono la possibilità di partecipare ad un'emozionante escursione alla ricerca dell'aurora boreale.
Guida una motoslitta attraverso il bellissimo paesaggio artico durante la notte polare. Potresti avere la fortuna di avvistare l'aurora boreale su un chiaro, cielo stellato. In questa escursione attraversi una delle aree naturali più estreme ed emozionanti d'Europa.
Partenza da Mehamn, città sulla terraferma situata nella costa del Finnmark, e rotta attraverso le montagne fino al villaggio di pescatori di Kjøllefjord, dove sarà ancorata la nave Hurtigruten.

Lofoten e Vesterålen

Le isole Lofoten e le Vesterålen con le loro rorbu  (casette dei pescatori), i villaggi di pescatori e le montagne che sovrastano lagune azzurre dalle spiagge bianche, sono un luogo unico.
Pesca il merluzzo bianco sotto le luci del nord nel mese di febbraio, e ammira lo spettacolare canale Risøyrenna.


Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci!