Colline dai dolci profili costellati di vigneti, villaggi
medievali, canali fluviali, castelli e antiche abbazie. “Tutto sembra
diverso, ma nulla cambia”. È così che il protagonista di
Ritorno in Borgogna, il nuovo film di
Cédric Klapisch, al cinema
dal 19 ottobre, descrive le stagioni del vino e della vita. La pellicola, ambientata nella celebre regione della
Francia centro-orientale, consacrata alla
viticoltura,
racconta l’impresa di tre fratelli che cercano di salvare la tenuta di
famiglia, a partire da una fase cruciale per la produzione, il periodo
della
vendemmia (che, non a caso, è il momento scelto
per l’uscita del film). Durate un anno intero, le riprese mostrano il
paesaggio umano e collinare di questa terra vocata a Bacco: un quadro
che si costruisce nell’arco dei dodici mesi, differente a seconda del
periodo, ma fedele a se stesso e alla sue radici. Ecco allora un
itinerario ritmato dai sentori nettarini, alla scoperta dei
profumi e dei sapori della Borgogna. Un territorio ricco di tradizioni enogastronomiche, dove il tempo pare essersi fermato.
I VINI DELLA BORGOGNA: CENTO SFUMATURE DI BACCO
Con i suoi caratteristici
Climats, i micro appezzamenti che designano un
terroir viticolo e che si fregiano del
titolo Unesco, la Borgogna è la patria dello
Chardonnay, ma anche del
Pinot Nero, del
Gamay e dell’
Aligoté. Quattro vitigni da cui si ottengono alcuni dei nettari più pregiati di Francia, con il primato del
Domaine de la Romanée-Conti,
che produce uno dei vini più cari del mondo. Distribuite in quattro
dipartimenti (Yonne, Côte d’or, Saone-et-Loire, Rhone), sono
100 le doc
provenienti da questa terra. Una cifra significativa, che rappresenta
più del 20% delle doc d’Oltralpe, a cui corrispondono vini leggendari,
tra
Appellations Régionales,
Appellations Villages e preziosi
Premiers Crus e
Grands Crus. Si passa dall’elegante mineralità dello
Chablis, un raffinato bianco secco, prodotto nel nord della regione, alla varietà dei
Grands Auxerrois, figli di antichi vigneti situati a nord-est; dai caratteristici bouquet dei corposi rossi siglati
Côte de Nuits, una stretta striscia collinare che parte da Digione e si estende a sud, i cosiddetti
Champs-Elysées della Borgogna, sino alle rinomate nuance aromatiche dei vini della
Côte de Beaune; dai delicati nettari della
Côte Chalonnaise e Couchois, ai vigorosi bianchi del
Mâconnais, dipartimento meridionale dove si trova la celebre
abbazia di Cluny. Senza dimenticare l’effervescenza del
Crémant de Bourgogne,
prodotto a nord-ovest di Digione, nello Châtillonnais. Un patrimonio
enologico che si avvale di antichi saperi, tramandati da generazioni, e
di uve che in questa regione trovano le migliori condizioni geologiche e
climatiche per maturare.
DALLE LUMACHE AL MANZO CHAROLAIS
Sorsi preziosi, ma anche morsi golosi. Tanti i prodotti regionali e
le ricette tipiche dove Bacco fa capolino. Ecco piatti che vanno dal
celebre
galletto al vino, il
coq au vin, al
manzo alla borgognona, marinato al vino rosso. Quest’ultimo, assieme a specialità come le
escargots, le
tradizionali lumache, cotte a fuoco lento in burro, aglio e prezzemolo, si assapora a
Chalon-sur-Saône, città d’arte situata lungo le sponde della Saona, all’
ABC-Amaryllis Bistro Culinaire: una brasserie dal design moderno, dove la cucina porta la firma dello stellato
Cédric Burtin, che qui propone classici del territorio, interpretati con piglio contemporaneo. La carne servita? È il pregiato
manzo charolais,
uno dei must della gastronomia d’Oltralpe, che si distingue per
tenerezza e succulenza. Per scoprire tutti i segreti di questo bovino,
basta andare alla
Maison du Charolais, nel villaggio di Charolles, uno spazio con
area museale, laboratorio e cucina, dove non perdere una visita interattiva, con tanto di
degustazione finale.
DALLA SENAPE AL CASSIS DI DIGIONE
Spostandosi a
Digione, capoluogo regionale, il fascino del patrimonio artistico affianca il gusto delle tipicità. Nella parte vecchia, seguendo il
“percorso della civetta”, simbolo della città scolpito sulla facciata della
chiesa di Notre-Dame (da accarezzare esprimendo un desiderio), si incontra l’antico
Palazzo dei duchi di Borgogna, affacciato sull’elegante Place de la Libération. Ma ci si imbatte anche nella storica insegna di
Maille, maison che dal 1845 produce la mitica
moutarde, la
senape preparata secondo tradizione e spillata fresca. Da provare? La versione
al vino Chablis con scaglie di tartufo nero. Per i più golosi, poi, ecco delizie come il
pain d’épices (il panpepato) o la
crema di cassis, il caratteristico ribes nero che, aggiunto al Blanc de Bourgogne, dà vita al famoso
Kir, da bere come aperitivo. Per assaggiare piatti che valorizzano prodotti di stagione e sapori locali, si va a
L’essentiel, dove
Richard Bernigaud e
Alexandra Marchandise prendono per la gola con specialità quali il
pollo con senape e dragoncello o il
filetto di coniglio alla senape con pain d’épice, crema di pastinaca e carote brasate. Prima di lasciare Digione, il consiglio è di visitare il suggestivo
castello del Clos de Vougeot, immerso nei vigneti della
Côte de Nuits, lungo la Strada dei Grandi Vini.
DAL POLLO DI BRESSE AI VIGNETI DI MEURSAULT
Altra sosta da non mancare è
Beaune, capitale indiscussa dell’enologia, che merita una passeggiata per ammirare gioielli come l’
Hotel-Dieu,
i cui tetti colorati rappresentano uno dei capolavori dell’arte
fiamminga in Borgogna. Per una pausa all’insegna dei sapori? Ecco
La Superb, un bar-bistrot dall’atmosfera informale, regno di
Isabelle e Bruno Monnoir, dove provare vini al calice in accompagnamento a piatti del giorno, preparati con i
prodotti freschi del mercato. D’obbligo assaggiare il
pollo di Bresse, l’unico al mondo che si fregia della
dop. Una certificazione che lo accompagna dal 1957, a sigillo di una qualità impeccabile. Le sue caratteristiche? Pelle sottile,
carne soda e venata, piumaggio bianco e zampe blu. Il consiglio? Fare un salto a
Louhans, capoluogo della Bresse, dove tutti i lunedì mattina si svolge il
mercato del pollame. Restando nel cuore della Côte de Baune, i più curiosi non possono non andare ad ammirare i vigneti di
Meursault, il luogo dove è ambientato
Ritorno in Borgogna e dove si produce uno degli
Chardonnay
più rinomati del mondo. L’importante è rallentare i ritmi e prendersi i
giorni di viaggio necessari per innamorarsi della regione e dei suoi
sapori. Perché, come dice il protagonista del film, “l’amore è come il
vino: ci vuole tempo”.
DOVE DORMIRE, TRA CANTINE E ABBAZIE
Nel cuore di
Chablis, patria dei raffinati vini bianchi di Borgogna, l’
Hôtel du Vieux Moulin, firmato dalla storica cantina
Laroche, è situato in
un antico mulino
del diciottesimo secolo, dove il design contemporaneo si fonde
all’architettura tradizionale. Da non perdere la vista panoramica della
terrazza, affacciata sulle colline dei
Grands Crus. Tra
Baune e Digione, invece, lungo una delle più belle strade dei vini di Francia, si dorme all’
Abbaye de la Bussière, un’
antica abbazia medievale trasformata in hotel
con ristorante gourmet, dove è possibile scegliere tra dodici camere,
cinque junior suite e tre suite. Nella vicina Baune, poi, è d’obbligo
una tappa alle
cantine della maison Patriarche, un suggestivo labirinto che si sviluppa per
cinque chilometri di gallerie sotterranee, datate 1200, dove ammirare
milioni di bottiglie e dove fermarsi per una
degustazione. Per una pausa all’insegna del relax, immersi nei vigneti di Château de Cîteaux, ecco
La Cueillette a
Meursault, un hotel con spa, dove si pratica la caratteristica
Fruitithérapie, che sfrutta il
potere benefico dei tipici frutti rossi locali, a partire dal cassis.