venerdì 1 settembre 2017

PARTIRIPARTI - WEEKEND NEL LUBERON

Weekend nel Luberon: sembra il Colorado, ma è la Provenza

 

 

Canyon, città sotterranee, miniere. Ma anche grandi vini. E il magico percorso dell'Ocra, con vie ferrate per arrampicata, sentieri per bici e cavallo, fiumi da attraversare in canoa. Un mondo variopinto e sorprendente

Ci passano le estati i parigini in fuga da caos e mondanità. Ma anche inglesi e tanti italiani che lasciano Ventimiglia per inoltrarsi, in poco più di tre ore, in paesaggi silenziosi, pieni di luce e colore come un dipinto di Van Gogh. A ogni curva, a ogni cartello sembra aprirsi un set. Perché non c’è luogo di Francia più preservato (e fotografato) del Luberon, là dove la Provenza regala l’aria più pura e cambi di scenario continui: villaggi appollaiati su sculture di rocce, campi di lavanda che ondeggiano per chilometri, strade tortuose e château del Mille che accolgono mostre di pittura. È tutto arcinoto, eppure ogni volta è un’emozione perdersi per vie e borghi pieni di vita e di buonumore. In tarda primavera, poi, quando la luce è ancora più trasparente, spiccano le sfumature rosso e arancione del Massiccio del Luberon. Una scoperta per gli sportivi, che possono fare trekking, o limitarsi a semplici passeggiate, lungo uno dei numerosi itinerari all’interno del Parco Naturale.

Questa è anche la Terra dell’Ocra, minerale che ammanta le rocce e che per secoli ha rappresentato un’importante risorsa economica. A pochi minuti dal paesino di Rustrel, seguendo la dipartimentale D22, si raggiungono le cave più spettacolari, il Colorado Provenzale, un anfiteatro che rimanda agli scorci del Grand Canyon americano. A conferirgli le sfumature rosse sono proprio i giacimenti di ocra del Massiccio del Luberon, usata già dai Romani come colorante. Gli scavi, assieme all’erosione del vento, hanno creato formazioni rocciose suggestive, dai nomi fiabeschi: i Camini delle Fate, il sentiero del Sahara, il deserto bianco, il Circo di Barriès. Pinnacoli multicolore, colonne attorcigliate, falesie che si stagliano nell’azzurro. Tutti gli itinerari per il trekking partono dal parcheggio: è indicato, per chi arriva da Rustrel, lungo la dipartimentale D22. Per il circuito più lungo bisogna calcolare tre ore di cammino, ma ci sono varianti più brevi, di due ore e di un’ora e un quarto. C’è anche il Colorado Adventure, parco-avventura con percorsi di quattro livelli sugli alberi e bungee jumping.

 Il viaggio nella terra dell’ocra prosegue sottoterra, alle Mines de Bruoux, nei pressi di Gargas, dove c’è l’ultima cava attiva in Europa. Aperta nel 1884, ha ridotto le sua attività nel secondo dopoguerra, dopo l’entrata in commercio di nuovi coloranti chimici. Nello stesso periodo, parte dei 40 chilometri di gallerie sotterranee, per la loro umidità, la temperatura costante a 10 gradi e la buona areazione, sono stati utilizzati per la coltivazione di funghi, finché nel 2009 non si è deciso di aprire un museo. La visita si snoda lungo gallerie ampie e alte fino a 15 metri, un dedalo di tunnel con volte maestose quasi quanto una cattedrale. Durante il percorso viene raccontata la leggenda dell’ocra del Luberon. La terra sarebbe diventata rossa per il sangue versato dalla bella Sirmonde: si gettò dalle falesie non sopportando il dolore per la morte dell’amante, ucciso dal marito Raymonde d’Avignone, signore del luogo. Teatro della tragedia fu Roussillon, a poco meno di 10 chilometri da Gargas. Fascinoso, pieno di botteghe e facciate variopinte, il borgo è il punto di accesso al Sentiero dell’Ocra. Un tracciato più facile rispetto a quelli del Colorado Provenzale, con passeggiate che non superano l’ora, perfette anche per famiglie con bambini. Una nota: per quanta attenzione si faccia, la polvere colorata sarà un souvenir inevitabile del viaggio su scarpe e vestiti.

In un raggio di dieci chilometri, la terra polverosa cede il passo alla pietra con cui sono costruite le case, incastonate l’una sull’altra, in un affascinante disordine, di Gordes. Il villaggio è diventato celebre grazie film di Ridley Scott Un’ottima annata, con Russell Crowe (2006, tratto dal romanzo di Peter Mayle).
Per quanto si faccia fatica a staccare gli occhi da vigne e scorci incantevoli, vale la pena di tornare nel sottosuolo. Le cantine del Palais Saint Firmin permettono infatti di scoprire cunicoli, nicchie, frantoi e serbatoi interrati, su sette livelli, fino a una profondità di 18 metri. Per fare fronte alla mancanza di spazio in superficie, tra il XII e il XVIII secolo, nel villaggio-cittadella si sviluppò una vita sotterranea, fatta di magazzini, cantine e mulini per la spremitura delle olive, che dal 1999 è possibile riscoprire visitando la rete di grotte sotto questa grande casa rinascimentale. A un chilometro, il Village des Bories è un sito che risale all’età del Bronzo, con case in pietra, a forma conica, costruite in scaglie di arenaria, senza calce. Nei dintorni di Gordes i camminatori esperti possono cimentarsi con i canyon delle Gorges de Régalon, meglio se accompagnati da una guida naturalistica (tour da giugno a settembre).